Il Messico dipinto in un efficace intreccio di chitarre jazz/blues e percussioni
Generi musicali e definizioni sono sempre approssimative e, lo sappiamo, il massimo che si può fare con la parola scritta è fornire un’indicazione più aderente possibile. Nel caso di ‘La valigia dei sogni’ di ‘Daniele Morelli è possibile addirittura fare una triangolazione sulla mappa dei suoni ( del mondo), puntando il compasso sulla musica caraibica e messicana in particolare, sul jazz rock e sul blues chitarristico. Senza timore di grosse inesattezze, ma allo stesso tempo con la consapevolezza che i tre punti indicati non bastano ad esaurire la varietà di vibrazioni e mood racchiuse in queste 17 tracce dal chitarrista romano di base in Messico con la collaborazione del batterista Matteo D’Ignazi.
Eppure si tratta di un lavoro che gioca intorno ad un numero tutto sommato contenuto di elementi: i brani ruotano intorno ad un intreccio di sezione ritmica e percussioni latine, in uno spettro che va dal Golfo del Messico alle suggestioni afrobrasiliane, su cui viaggiano chitarre, in funzione solista ma mai troppo slegata dalla trama complessiva. Un alchimia fantasiosa permette di declinare questa formula spaziando tra animati blues latini, assoli di percussioni, fusion psichedelica in salsa vagamente santaniana, cavalcate tribali, quadretti da pastorale caraibica, romantiche ballad jazzate, garage rock. Con la leggerezza concessa dall’efficacia delle melodie, spesso giri semplici e mirati di pentatonica, e ovviamente ai ritmi intossicanti che sono il vero cuore pulsante del lavoro.
C’è in potenza un rischio di logorrea, 17 tracce sono tante, ma difficilmente superano i limiti della soglia di attenzione media, e dopo un ascolto senza soluzione di continuità rimane l’idea di un caleidoscopio di luoghi, colori e vibrazioni. Un’immagine forse confusa e poco nitida, ma va bene così.
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La recensione La Valigia dei Sogni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-02-17 13:23:57
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