Il repack di Core è una riconferma per Mellifrugo e per il suo stile di apparente disarmonia e disincanto.
Sonorità noise d’impatto già dai primi secondi, testi senza filtri, un cantato che assomiglia più ad una chiacchierata, un flusso di coscienza in diretta: sono questi i punti essenziali che caratterizzano il progetto di Mellifrugo, nome d’arte di Marcello Colasante.
L’EP da poco pubblicato si chiama Core, ma in realtà è il repack di un lavoro precedente dove erano già presenti due dei quattro brani che lo compongono.
I pezzi si muovo all’interno di sonorità rock, sfaccettature diverse declinate sempre attraverso distorsioni e melodie spoglie nella loro costruzione: l’obiettivo non è la ricerca del virtuosismo stilistico, ma accompagnare la semplicità delle parole.
Molto spesso il risultato appare disarmonico, proprio perché non è l’aspetto dell’orecchiabilità dei pezzi quello che interessa l’artista. La prima versione di Core era costituita da Adultera, riflessione sulla difficoltà del continuare a vedere il mondo attraverso una prospettiva sognante dopo i trent’anni, e Pacifizio, il brano in cui sono in realtà presenti visioni quasi oniriche in una riflessione che assomiglia più ad una presa di coscienza.
In aggiunta questa volta ci sono Infiltrazioni e Baleno, la prima dominata dal sarcasmo disincantato, la seconda più dura, che rivela una preoccupazione per le giovani generazioni, in base ad avvenimenti, anche tragici, che avvengono tra i banchi di scuola.
Un EP di riconferma per Mellifrugo, con nuovi e vecchi brani che riescono a dare uno sguardo d’insieme su quello che è il suo mondo e la sua spigolosa visione musicale.
---
La recensione Core (Deluxe) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-16 14:21:00
COMMENTI