Una sorpresa. A partire dal nome e dalla bella copertina. Ma purtroppo nemmeno il tempo di fantasticarci su e i Sunday Morning si rivelano una sopresa che già si è spenta - sembrerebbe - sul nascere. Una graziosa indie-stella cometa. Non molto dopo l'uscita di questo primo lavoro sulla lunga distanza, infatti, dopo un precedente EP pubblicato online da Midfinger, i 5 romagnoli annunciano il loro ritiro dalle scene (li avevamo invitati a suonare al Mi AmI a Giugno e non se n'è fatto nulla). Non resta che una recensione postuma cento volte abbozzata, rinviata e mai conclusa. Eccola.
Le chitarre tessono la tela, la batteria rumoreggia si fa quasi burrasca ma poi torna risacca. Lo sguardo d’insieme è sempre svagato, le atmosfere sognanti, quasi psichedeliche se non fossero così a modino. Piccoli trip (o sogni) da bravi ragazzi. College-rock americano e indie-pop inglese come chi ha imparato perfettamente la lezione e te la racconta col sorriso e senza pose da primo della classe (ascoltate quanta grazia e quanto sole c'è in un pezzo come "Ellis"). Il cugino di Thom Yorke prima maniera che canta coi nipotini dei Pavement, per dare delle coordinate facili (?). O dei Belle&Sebastian meno... meno "inglesi". E l’equilibrio tiene. E non si cade, se non, a tratti, di dolce vertigine.
Un bel regalo da farsi: lasciate le finestre aperte e ascoltatelo, la notte, anche da soli. Vedrete come sapranno riportare il respiro a un ritmo sopportabile. Piccola perla nascosta nel panorama indie nostrano, dal valore altissimo. Chissà in quanti avranno comunque modo di accorgersene.
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