Il tributo più affascinante per gli amanti del prog, della classica e della musica contemporanea
Tarkus è il secondo album in studio degli Emerson, Lake & Palmer, registrato in soli sei giorni e diventato un capolavoro simbolista per gli amanti del prog rock e non solo. E stato pubblicato nel 1971 ma ancora oggi la sua influenza è potente ed è un lavoro talmente ricco di sfumature da prestarsi molo bene a riletture di ogni genere, ma mai ci saremmo aspettati una tale mole di lavoro di trascrizione e ricomposizione come in questo Tarkus Revisited dei Tempus Fugit Percussion Ensamble.
50 anni dopo l'originale, ecco arrivare il tributo più affascinante e stupefacente, proprio per la natura del progetto: suonare un album rock con strumenti come xilofono, vibrafono, marimba, percussioni, batteria e voci. Ciò che ne viene fuori è un suono celestiale e definito, che non stanca grazie al continuo stupore che l'ensamble dona a delle composizioni così radicate nel tempo e nella memoria di chi ha amato gli ELP.
Ma non solo: in quesi album, la suite Tarkus è solo la prima parte del progetto, finita la quale trovano spazio una versione rivisitata di Moonchild dei King Crimson per vibrafono, glockenspiel, hang drum, fisarmonica, tibetan bowls, che accompagnano la splendida voce di Anna Barbazza, cantante scoperta dallo stesso Greg Lake.
All'ensamble si unisce anche una leggenda dell'avanguardia italiana come Lino Capra Vaccina per suonare Descent Into The Void. Il lavoro si conclude con un arrangiamento per percussioni varie e lastre di metallo di Abaddon's Bolero di Keith Emerson. È tutto meraviglioso e la natura degli strumenti trasporta naturalmente in un'altra dimensione, onirica e insieme di caos perfettamente organizzato. Chapeau.
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La recensione Tarkus Revisited di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-11 14:01:00
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