PRIM con la sua band allarga gli orizzonti sonori in un long play valido e intenso. Un punto d'arrivo che può essere foriero di ulteriori sviluppi.
Irene Pignatti ha venti anni o poco più, e attraverso il moniker PRIM ha pubblicato il suo primo EP intitolato “Before you Leave”; il nuovo anno è foriero della pubblicazione ufficiale del long play intitolato, in modo eloquente “When monday comes”, licenziato per We Were Never Being Boring Collective.
Sono nove le tracce a comporre una proposta d'ascolto scritta durante la pandemia, quando i contatti fisici e sociali erano pressoché azzerati: tali cicatrici (che per molti ancora non si sono rimarginate del tutto) trovano spazio nelle increspature del songwriting in lingua inglese, efficace nel disegnare immagini e racchiudere in cornici preziose i frammenti del quotidiano. L'intero album, d'altronde, è un ponte che collega il passato e il futuro, come la foto di copertina che arriva dritta da una cantina ma è così in linea col nostro presente nostalgico da creare un vero e proprio cortocircuito. Proprio su questo equilibrio delicato gira tutto il concept di “When monday comes”, che anche sul versante sonoro regala brio grazie a perimetri dai contorni sfumati tra indie-pop e folk alternativo.
Il grande merito di PRIM sta nell'aver configurato per il fruitore un viaggio del tutto inclusivo, allargando i suoi orizzonti con una band versatile e performante: impronta raffinata e dall'immediato carisma rimanda, oltre che alle band citate dalla diretta interessata, anche a L'impératrice, sognante collettivo francese che torna soprattutto in “citylights”. Questa release si lascia apprezzare come un valido punto di arrivo quando inizi il mestiere di cantautore con chitarra e ukulele, ma a sua volta è una partenza verso ulteriori sviluppi che possono, e devono, giungere.
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La recensione when monday comes di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-14 00:00:00
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