Living in shadows and light è un buon esercizio di stile
Quando si descrive un lavoro come questo Living in shadows and light, ovvero un disco lavoro di puro e intimo hommage a Joni Mitchell, occorre procedere attraverso due linee interpretative parallele, che si guardano ma non si toccano. La prima, naturalmente, è quella legata all'interpretazione che, in questo caso, ve lo voglio dire subito, è davvero molto ottima. Fabiana Martone non ha certo soggezione nel cimentarsi con la riproposizione di brani di un mostro sacro come Joni Mitchell ma anzi, tutte le sue doti e canore e, appunto, di interpretazione vengono fuori alla grande. Per quanto concerne invece l'altra linea interpretativa, occorre fare un passo indietro.
"Il mini album è interamente dedicato a Joni Mitchell e alla sua produzione di fine anni Settanta, periodo in cui la cantante canadese si avvicina alla fusion e al jazz suonando con musicisti come Jaco Pastorius, Wayne Shorter, Peter Erskine e Herbie Hancock". Così viene descritto questo lavoro e ciò mi fa muovere, naturalmente, una riflessione. Posto che, come ricordato poc'anzi, non c'è nulla da dire a livello di arrangiamenti e di interpretazione, qualche perplessità in più presenta la produzione che, in alcuni frangenti, non riesce a stare al passo con le ambizioni.
Questo è un disco, infatti. dalle ambizioni altissime e che "guarda" a modelli altissimi con però un livello di produzione non di pari livello. Nonostante questa disparità, però, il risultato complessivo è davvero molto buono e certifica Martone come una delle migliori interpreti su piazza.
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La recensione Living in shadows and light di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-17 08:04:36
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