Una scrittura definita e nitida appoggiata su elettronica e citazioni
Quattro canzoni bastano a raccontare la personalità artistica di un artista, se ben definita. Le donne di Botero è un EP che mostra varie anime di Caravaggio, al secolo Andrea Gregori, già frontman dei Godiva, qui alle prese con un percorso solista e cantautorale. Quattro canzoni diverse per tematiche e tipologia di composizione, ma che nascono su un letto di elettronica condita con chitarre caldissime, e soprattutto fondamenta di chi le canzoni, è ovvio, lampante, le sa scrivere.
La title track racconta il bisogno di distaccarsi dal pensiero comune – l’EP è definito “Eretico” dallo stesso autore –, su una produzione funky e un basso ciccione che spinge la canzone fino al limite del tormentonismo senza perderne in qualità lirica, ma è Le cose che abbiamo amato davvero il manifesto di Caravaggio, tra falsetti e cambi di ottava, una strumentale d’atmosfera sostenuta da arpeggiatori e drum machine e un citazionismo ricorrente nella composizione di Gregori, che prende a piene mani dal cantautorato italiano (Per Me È Importante dei Tiromancino).
A fare storcere il naso, invece, è Petrolini 2020, che somiglia un po’ troppo, per concept e struttura, a Pasolini dei Selton. Nessuno grida al plagio, per carità, ma quando una scintilla creativa appare buona, se ci porta troppo vicini a un altro brano di successo, forse è meglio cambiare strada per proteggere il proprio lavoro. Grazie al Cielo su Mulholland Drive, si ritorna a fare pace con questo EP, con il suo testo cinematografico, aggiungendo anche il nome dei Velvet all’elenco delle band che tornano alla mente come ispirazione di questo EP, come i già citati Tiromancino, Fulminacci e qualcosa dei Bluvertigo più sintetici.
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La recensione Le donne di Botero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-28 14:05:00
COMMENTI (1)
@marcomm grazie infinite per questa bella recensione attenta e dettagliata.