Suoni profondi e glaciali in Akai Ito
"Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre". Con la citazione di una delle massime più famose di Platone, DRE torna con un nuovo disco e, ancora una volta, si segnala per la sua unicità. Akai Ito è infatti un disco molto complesso e stratificato, che solo dopo un ragionevole numero di ascolti svela la sua vera natura.
Fatto salvo che, come conferma un pezzo come Rage, questo sia, soprattutto, un lavoro che ragiona sull'incomunicabilità fra persone, questo lavoro mi ha incuriosito soprattutto dal punto di vista produttivo. Infatti questi suoni così profondi e rotondi mi sono parsi, perfetti, per il mood generale dell'opera: per esempio chiudere l'album con Loser la dice lunghissima DRE sulla finalità dell'album.
Ecco allora che la certosina attenzione con cui sono stati registrati questi pezzi va, di pari pari, con l'intenzione general generale, ovvero e anche l'indicazione, per la cover, di "In copertina: Robot anaffettivo" si sposa perfettamente con quest'elettronica ora minimale ora brutale, che registra, senza soluzione di continuità, una sorta di montagna russa sonica la quale, almeno a mio avviso, "racconta bene" le intermittenze del cuore e, giustappunto, i salti e gli inciampi dell'animo umano.
Questo genere di dischi, anche se di non facile fruizione per il grande pubblico, sono quello che serve quando ci si vuole un po' disintossicare dal pop prefabbricato e dall'hip-hop apri&gusta (per non parlare della trap prêt-à-porter) che va tanto di moda oggigiorno.
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La recensione Akai Ito di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-12-19 07:58:51
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