Choral Solitude è il titolo del nuovo lavoro discografico di Daniele Mattioni, cantautore romano con un background musicale che spazia tra il neofolk e il blues.
Il disco si compone di undici tracce autoprodotte che vogliono varcare i confini del cantautorato folk tradizionale, per addentrarsi nei sentieri oscuri e nebulosi di composizioni sperimentali, sacrali, suggestive. Un piccolo assaggio lo abbiamo già ascoltando "Danche Of The Moon", affascinante rituale blues che affonda le radici in un'atmosfera primigenia e tendente all'extraterreno. Il percorso si fa sempre più tetro con "Wonder Is...", una simulazione di rito sacro, quasi clericale, con le sonorità che si perdono in panorami con pochi ma fondamentali squarci di luce. Quello di Mattioni è un esperimento che mette insieme influenze gospel di deandreana memoria con la tradizione del folk nordico e del blues americano: un minestrone dal quale ne viene fuori un ibrido originale e inquieto, malinconico e grigio. Tra le tante tracce suggestive spiccano i sei minuti di "The Rose Of The East", un dialogo tra voci, chitarra, suoni e paesaggi che riassume benissimo la sensazione di sofferente ascesa di tutto il disco.
Ascolto difficile senza dubbio, ma Choral Solitude è un disco pensato e suonato per anime forti.
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