Il duo milanese Confini, coerentemente con il proprio monicker, insegue una politica di rottura delle barriere musicali, principalmente di una, quella tra rock ed elettronica: i cinque brani dell’EP ‘Chi salverà Hermes’? sono una lega di chitarre distorte e lead synth, sequencer, batterie pestone e voci robotiche. Un confine già bello consumato da anni di ibridazioni, ma che si può ancora attraversare per la soddisfazione di chi, sia dalle valvole che dagli oscillatori, cerca adrenalina e picchi di energia. Qui sono quelli dei chitarroni post-stoner e dell’impianto ritmico di un certo alternative italiano, uniti a pad scuri, riff melodici pieni di glide e texture elettroniche varie, per un cocktail che guarda tanto ai Subsonica più rock e ai Planet Funk quanto alla spinta analogico/digitale del big beat anni ‘90, tra Prodigy, The Chemical Brothers e compagnia. Il risultato sono circa quindici minuti per cinque brani, incorniciati da un inizio accattivante, nell’inquietudine crescente di Anima Cruda, e da un finale esplosivo nell’hardcore sci-fi di Attacco delle Pleiadi. In mezzo, tanto la sensualità pop di Sibilla, quanto la stucchevole di Affinità Elettive, dove sia l’impianto musicale che il taglio di critica sociale mostrano un po’ la corda. Questione di dettagli, che però fanno la differenza tra episodi più anonimi e la formula bene a fuoco, con il suo sound credibile e l’accattivante affresco cosmico/mitologico dei testi, che per fortuna caratterizza l’EP in generale speriamo guidi in futuro il due lombardo.
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