Le donne di Florae incontrano stanze musicali anarchiche e una narrazione che trascende dalle questioni di genere per riaffermare la più pura humanitas. Il motto, in questo caso, è "restiamo umani", qualcosa che non dobbiamo mai dimenticare.
Ponti artistici tra la Romania e Bologna per Florae, che approccia il mondo dell'arte con trasversalità e si presenta alla musica attraverso “UXOR”, extended play d'esordio prodotto in totale indipendenza creativa.
Sono cinque le tracce che raccontano vicende di altrettante donne, riconducendo il titolo dalla definizione più immediata e radicale, mutuata dal mondo latino: i respiri di plurilinguismo presenti nei testi delle canzoni incontrano strutture sonore precarie, sviluppate in libera anarchia senza gabbie rappresentate da convenzioni stilistiche e regole compositive. Cantautorato controcorrente che, a suo modo, incontra l'art-pop per segnare una strada il cui orientamento era ben poco battuto, fino ad ora, in Italia.
Queste canzoni sono frutto di concreta presenza corporale, fatte di sinuosità e sofferenze, di maternità e libera affermazione della propria sessualità, in un processo d'affermazione dell'io che prescinde dalle questioni di genere per riportarci ad un concetto di humanitas che sovente finisce per essere calpestato, ne abbiamo notizia praticamente ogni giorno.
Il motto che trascina l'intera release è: restiamo umani; abbiamo una lezione importante da imparare da Florae e dalle sue narrazioni musicali.
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La recensione UXOR di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-06 12:23:14
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