Boh? Sarò forse io a capirci poco? Non lo so, ma è la seconda volta in un mese che mi tocca parlare di demo che non hanno un'anima, mancano di un loro suono e che mi sembrano privi di qualsiasi spunto valido. Personalmente lodo l'impegno profuso da parte delle band che si impegnano a produrre delle opere che testimoniano la loro creatività, ma ritengo sia ancor più necessario cercare di far capire alle stesse band che prima di registrare qualcosa, è necessario darsi degli obiettivi un minimo validi, evitando così di 'scimmiottare' artisti e sonorità che devono servire solo come modelli ispirativi.
Nel caso di questo quartetto proveniente da Savona il mio giudizio non cambia sostanzialmente coordinate rispetto alla riflessione appena letta; fin dalla prima traccia si coglie subito che c'è un tentativo di "crossover tra hard-core, metal, ska e tutto quant'altro ci viene in mente", come se necessariamente la contaminazione di vari generi possa, a priori, essere la soluzione ideale per la musica proposta dalla formazione. All'ensemble ligure il tutto riesce male, anche quando si tratta di adattare le liriche a ritmiche che troppo spesso si rifanno a canoni metal banali e sorpassati. E se in altre occasioni scrivevo che oggi il rock ha bisogno di novità, questi quattro ragazzi non credo proprio abbiano intrapreso la strada giusta.
Personalmente salverei poche cose da questo nastro, ma al momento non so ancora quali (forse la titel-track?), visto il 'minestrone sonoro' che fanno assaggiare e del quale non riesco a riconoscere ingredienti un minimo 'gustosi'. Prendiamo un brano come "Senza gravità", solo per fare un esempio: in bilico tra il sound alla Green Day e accelerazioni alla Slayer, pur penalizzato da un cattivo mixaggio, non riesce ad essere per niente coinvolgente. In effetti la struttura delle canzoni è basata su una sorta di "taglia e cuci" dei vari generi, ma i Tutti vs. tutti dimenticano (?) che nell'operazione di cucitura sono necessari ago e filo, strumenti di cui ne fanno tranquillamente a meno. Per non parlare poi dei testi, assemblati con parole che rendono le canzoni ancora più pesanti ("La donna catalana si pensa sia puttana/ed i turisti scemi ci provan senza freni; ma proprio sul più bello si trovan nell'impaccio/la splendida donzella tiene un bel campanaccio") e perciò poco godibili.
Spetta al critico dare dei consigli o dei giudizi? Forse tutti e due, ma io preferirei si parlasse di pareri più che di giudizi; quando poi si tratta di consigli, beh, in qualche modo si ricavano dalla lettura della recensione. In attesa di 'note positive', voglio sperare che sia io ad avere torto!
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La recensione L'uomo con la canna in mano di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-11-21 00:00:00
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