Un album terapeutico per tempi difficili, per uscirne più umani.
Ne usciremo migliori? Ok, stiamo ancora aspettando di uscirne, figurarsi di uscirne migliori. Così, in questi due anni senza il tocco umano, dopo aver perso il lavoro, Luca Marino ha deciso di avvicinarsi, attraverso il vituperato, amato e odiato mondo dei social, alla propria musica, pubblicando singoli con un ritmo più sostenuto, come fossero dei post.
Il risultato è un disco necessario per chi l’ha scritto, e la spontaneità si respira tra le tracce, libere da qualsivoglia confine di genere, mischiando chitarre mezze punk a elettronica e melodie battiatiane – Letale iniezione di fiducia, in cui viene anche nominato un virus –, nell’attesa di una primavera che aspettiamo tutti da anni, “tra la paura del presente e una luce intermittente”.
Nè la velocità di pubblicazione nè la scelta di una scrittura molto semplice, popolare, cantautorale e sfacciatamente pop, hanno compromesso la ricerca dei suoni affatto banali, anche quando ci si avvicina ai tentativi di tormentone estivo, forse i punti meno alti del disco, ma comunque portati a casa con mestiere.
I momenti migliori del disco sono quelli di autocritica, in cui il pop si sporca anche di rock&roll, come la terna che chiude l’album, in cui ci si riappropria della fragilità e del senso della domanda Come stai? per analizzare gli errori, si guarda con occhio critico all’incertezza e al senso di solidarietà affidandone il racconto a un emigrante – “dammi una mano o almeno un orecchio” in Oddio –.
Sul finale, Marino mostra chiaramente di avere scelto di scrivere canzoni a scopo terapeutico per questi tempi difficili che l’hanno tenuto lontano dal proprio pubblico e dalla attività di busker, trovando nella musica, la spinta per uscirne, se non migliori, almeno più umani.
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La recensione una musica più umana di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-13 22:03:00
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