MIGLIO manifesti e immaginari sensibili 2022 - Cantautoriale, Pop, Elettronica

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Nell'intimità personale degli "immaginari sensibili" il cantautorato di MIGLIO mantiene la sua forza abbracciando tinte pop più cupe

Avevamo parlato con MIGLIO alla fine del primo lockdown, un anno e mezzo fa, quando la cantautrice bresciana era all’inizio della sua collaborazione con Matilde Dischi. Aveva all’attivo una manciata di canzoni che si contavano su una mano, ma il mordente della sua penna era già abbastanza nitido. In tutto questo tempo è avvenuta una sorta di transizione, non tanto per le sonorità, ma per la tensione lirica messa sul tavolo, come un cambio nell’idea del proprio collocamento all’interno del panorama contemporaneo del pop italiano.

I due singoli della seconda metà del 2020 hanno sancito questo direzionamento, fuori dalla verve politica che caratterizzava in modo diverso Pianura Padana e Pornomania, verso l’idea del romanzo popolare. In quel caso c’erano la riviera adriatica e l’erasmus a far da protagonisti, come esperienze limitate nel tempo. Oggi invece con il suo primo Ep MIGLIO prova a dare una forma racchiusa alle sue idee, sempre più caratterizzate da un gusto letterario. Lo spazio viene ampliato e soprattutto generalizzato.

Manifesti e immaginari sensibili, questo il titolo del contenitore di sei tracce che riescono a delineare più immaginari che manifesti, grazie alla produzione di Marco Bertoni, molto concreta e lineare nel dare dignità ai pochi strumenti suonati. Il tessuto fa l'occhiolino al pop degli anni '80 più nebbioso, senza eccedere sulla distorsione delle chitarre o sulla compressione sintetica. Immaginari dicevamo, più che altro di provincia, dove la voce di MIGLIO, venata di sofferenza si inerpica in usi lessicali insoliti per i versi di una canzone, ma che pezzo dopo pezzo sembrano diventare come il suo marchio di riconoscimento.

Delle sei tracce a spiccare particolarmente è giardini pubblici, il cui piglio danzereccio fa da contraltare interessante alla decadenza raccontata, fatta di oggetti abbandonati. MIGLIO si rivolge solo a cose inanimate o a un tu immaginario, due tipi di interlocuzioni che quando si intrecciano fanno venire a galla una strana realtà, sempre più illeggibile mano a mano che si procede con l'ascolto. Baby baby balla balla è l'emblema di questa tendenza, anche se il più grande punto di domanda lo lascia manifesto, una ballata rock esatta e precisa, le cui parole ci si ingarbugliano in testa mentre le si canta con estrema facilità. Forse è finito il tempo dei manifesti per MIGLIO, perché gli immaginari sono l'anima pulsante dei suoi puzzle irrisolti. Il suo cantautorato mantiene la stessa forza di prima, pur in questo cupo intimismo pop.

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La recensione manifesti e immaginari sensibili di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-30 23:40:13

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