Suono compatto e testi meno criptici, per un irresistibile vortice tra le strade di città e periferia.
La drum&bass non è facile da suonare, affatto, perchè il suono deve essere compatto, preciso, tagliente, puntuale. Tantomeno lo è da ascoltare se non si è avvezzi, ma se le canzoni non disdegnano un ritornello e raccontano storie che tengono alte curiosità e attenzione, è un vortice in cui si cade e si vuole restare, lungo abbastanza da unire le città nel nome dei Milano Shangai, il cui secondo lavoro apre il 2022 con una sorpresa vera.
Tra "luci, graffiti e palazzi", si racconta la metropoli e le storie che si muovono nelle sue strade tra abitanti alienati, nascosti nei meandri della folla – Camaleonte, che ricorda la complessità ritmica e tecnica dei Bluvertigo del periodo Zero –, la cattiveria degli umani uno contro l'altro – Cannibali, in duetto con Subconscio, più dalle parti dei SubsOnicA, così come la "compilativa" traccia finale Taoismo.
La parte più moderna e divertente dell'EP si consuma nel viaggio tra la periferia metropolitana di Gessate e i passaggi esotici e lontani ma comunque iperindustrializzati di Shangai, con quei giochi di parole e di concetto che riportano a quel racconto disincantato e quasi fotografico che fece esordire il linguaggio dei Coma_Cose, con contrasti di ottave e un onnipresente piano elettrico a riscaldare l'ambiente.
Tanti riferimenti a sostanze, materiali, palazzi, grattacieli, oggetti architettonici: un disco che ha una sua forma fisica, si possono toccare le parole nei testi, diventati per l'occasione meno ipnoticamente astratti e più narrativi e, appunto, concreti. Una interessante seconda prova che conferma una rivelazione nella scrittura, e un'efficace idea per rendere più appetibile, semplice una natura drum&bass senza snaturarla.
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La recensione VETRO E PLASTICA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-16 22:33:35
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