C'è da rimanere affascinati da "Canzoni segrete", l'ultimo album di Pippo Pollina che si conferma ancora una volta un cantastorie straordinario
Non c’è stata una volta, nella sua lunga carriera artistica, che Pippo Pollina non abbia realizzato un disco con idee ben chiare in testa e poesia nel cuore. La ripetitività uccide le idee e, oggi, tanti cantautori storici fanno fatica a ritrovare la vena felice degli anni migliori, mentre quelli emergenti cercano la propria identità imitandoli. Pippo Pollina, al contrario, rimane un artigiano della parola che non perde vigore nel tempo e, da adulto, trova ancora l’ispirazione giusta per dare conferma del cantautore eccellente che è. Nella più prestigiosa officina della musica d’autore italiana, eccolo, dunque, forgiare il suo nuovo album che fonde talento strumentale, estro compositivo e ricerca poetica. “Canzoni segrete” raccoglie quattordici inediti scritti tra il 2019 e il 2020 che parlano di vita in mutamento, tra nuovi obiettivi e vecchi traguardi, tra ciò che si è stati e ciò che si sta diventando, tra dubbi e certezze, con il potere della musica sempre al centro del proprio essere. Molti sono i musicisti che partecipano al progetto e l’atmosfera del disco muta in continuazione grazie al contributo di archi, fiati, armonica, fisarmonica, cori.
Ascoltare “Canzoni segrete” è come immergersi in un universo malinconico, frastagliato e incredibilmente coerente che sintetizza al meglio i linguaggi che Pollina ha sperimentato nel corso delle molte escursioni artistiche: jazz, folk, blues, poesia allo stato puro. L’incanto di “Una musica anche domani”, depurato da ogni retorica, apre l’album per svelare il potere salvifico della musica; crudo evocatore di solitudine è il blues in “Di come quando cristo fuori piove” mentre il tango-milonga di “Scacciaferro” e l’elegante “Guarda scende la neve” fanno l’effetto di una carezza. “Come una felicità improvvisa” è mirabile perfezione di suoni e parole, così come “Prendile se vuoi” e “Senti le cicale” sono richiami all’autorevolezza di Fossati eConte. Il racconto della strage mafiosa di “Pizzolungo” – narrata anche dai Modena City Ramblers – precede “Léo”, dedica al celebre chansoinner Léo Ferrè. A chiudere il disco arrivano i ricordi di “Immaginarti” e la ruvida tenerezza di “Dove ti nasconderai”; il linguaggio espressivo di “Tutto chiuso” e “Un’altra vita” sono privi di retrogusti stantii e soggiogano senza bisogno di ammiccamenti.
Sicuramente una tra le più complete ed ispirate opera di Pollina, questo album che sa di matura consapevolezza. Il tempo che passa sembra non pesare troppo, e “Canzoni segrete” è pieno di passione e forza espressiva. Non si può non riconoscere la sua grana fine, che lascia da parte l’ovvio, il consunto, e ripropone la potenza di un cantastorie memorabile.
---
La recensione Canzoni segrete di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-09 18:35:00
COMMENTI