Ci sono proprio delle volte o, per meglio dire, delle giornate in cui si vorrebbe possedere la spensieratezza e la gioia con la quale gli Atomic Papas hanno realizzato questo Zombie Dog. Il disco in questione infatti, e un pezzo come Please don't go lo certifica, si segnala soprattutto per la gioia, sprizzante da ogni poro, di stare assieme per suonare, certificata dal loro country-blues potente e divertito che, ve lo dico sul serio, riconcilia con il mondo.
Un album infatti che giudico terapeutico non nel senso dei tanti, troppi, libri di self-help che invadono il mercato, no, proprio nel senso opposto, ovvero come una sorta di invito, venato di blues, a "mollare le menate e mettersi a cantare" per citare, storpiando un poco, Eugenio Finardi.
La qualità media delle canzoni poi è davvero molto buona, con una prima parte del disco, addirittura, eccellente che però, ahinoi non si conferma del tutto nella seconda, dove un po' il "giochino" si scopre e certi riff e arrangiamenti si ripetono un po' troppo. Tuttavia poco male. Ovvio e evidente come la band toscana sia, letteralmente, fatta per stare sopra un palco per suonare e quindi è normale che nell'ascolto su disco manchi, come l'aria, la possibilità di ascoltarli dal vivo.
Nell'attesa, comunque, si balla uguale col sorriso sulle labbra.
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