Rovesciando il titolo di un celebre album dei Refused, ‘Immaginando Il Silenzio’ è the shape of punk that was: si tratta infatti di una riedizione dell’unico album degli ormai sciolti Broken Art, formazione torinese nata sui banchi di scuola nel 1994, che nel 2003 dà alle stampe alle stampe questo unico full lenght ‘Immaginando Il Silenzio’ per poi proseguire fino ad una separazione nel 2007. Si tratta quindi di un lavoro che non mette non toglie nulla rispetto all’attuale scena punk italiana, che peraltro nel frattempo ha preso strade molto diverse da quelle dei primi anni 2000, ma di una fotografia di un’epoca in cui un ampio spettro che andava dagli eredi della prima scuola hardcore italiana fino al punk rock e allo ska punk più radiofonici infestava cuffiette e palchi dello stivale. Tra esistenzialismo nichilista (Moriro Da Solo), inni anarchici di resistenza (Noi Ora) e quello che c’è nel mezzo (La Reale Quiete del Pensare), i Broken Art hanno sicuramente imparato da pietre miliari dell’hardcore nostrano come Negazione e Nerorgasmo, ma le tracce dell’album pescano in realtà qua e là dai vari sottogeneri e diramazioni del punk hc. Con una predilezione per quel melodic hardcore in stile Lagwagon che negli anni di attività del gruppo era una relativa novità e tra le sonorità più in voga del macrocosmo punk: così, testi e melodie spigolose, senza risparmio di odio e violenza, si alternano a ritornelli orecchiabili, linee buone per singalong e pogo gioioso, e anche la corsa a capofitto che innerva tutte le ritmiche dei 18 brani a momenti si scioglie in passaggi strumentali più distesi (Lontano Da Me). In una tracklist forse troppo affollata, ma che scorre (e corre) veloce per la sua mezz’ora di minutaggio, confezionando un album che oggi non ha troppo da dire, ma che è materiale ottimo per appassionati e completisti del genere, o per chi vuole approfondirne le diramazioni con uno sguardo al passato della scena italiana.
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