Le narrazioni di Sergio Andrei confluiscono in "Pulp", romanzo sul pentagramma che tributa gli onori all'epos cantautorale nostrano. Il risultato è incoraggiante per un'opera prima che traccia la strada dei futuri sviluppi.
Approccio trasversale alle arti e particolare propensione alla musica caratterizzano la creatività di Sergio Andrei, classe '97 cresciuto con l'epos della scuola cantautorale nostrana e che custodisce un baule pieno di storie da raccontare. Molte di queste trovano spazio nel suo disco d'esordio intitolato, in modo eloquente, “Pulp”, pubblicato il 28 gennaio del nuovo anno su distribuzione Believe Digital.
Sono dieci tracce ove trovano spazio personalità, sentimenti e contesti che tributano gli onori a quella novellistica di genere hard-boiled: il cantautorato di Sergio Andrei si sviluppa per immagini, producendo una narrazione visiva di grande impatto e dall'immediata presa sui timpani del fruitore. È come un film di Tarantino, ma ambientato a Roma, parafrasando il diretto interessato: le tinte scure, a tratti noir, dell'intero progetto, vengono comunque mitigate dalla freschezza tipica di chi si appresta a compiere il suo primo quarto di secolo, ed ha entusiasmo e dinamicità che si ripercuote anche sul pentagramma.
È un'opera prima, e come tale deve essere presa con le pinze perché ci sono importanti margini di sviluppo e la strada orientata verso la crescita è già imboccata; innegabile però che “Pulp” si archivia come un esordio messo a fuoco con efficacia, forte di importanti concetti e di una sostanza artistica sempre più rara da rintracciare nel panorama nostrano. Rotta spianata verso nuove release, saremo qui ad attendere col gomito sul bancone, proprio come uno dei character disegnati dalle parole di Sergio Andrei.
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La recensione Pulp di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-28 00:00:00
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