Marta Arpini I Am a Gem 2022 - Pop, Jazz, Indie

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Tra l'impronta jazz e un modo di fare beatlesiano Marta Arpini e la sua orchestrina confezionano un disco di cantautorato prezioso e imprevedibile

I Am a Gem, questo il nome del nuovo disco di Marta Arpini, musicista e compositrice italiana, con base in Olanda ormai dal 2017. Sembrerebbe quasi una presa di posizione esagerata su se stessa, un’affermazione che sarebbe da lasciare a chi ascolta la sua musica. Ma è una verità, c’è poco da fare. Marta Arpini è davvero una gemma, di quelle preziose, perché con la sua piccola orchestra, di cui ha personalmente curato le parti di arrangiamento, è riuscita a fare cose strabilianti e che raramente ci si potrebbe aspettare venir fuori dal nostro cantautorato, e lo ha fatto passare per un gioco da ragazzi.

Appellarsi al cosiddetto “tocco europeo” suona di certo come una pigrizia in fase di analisi, ma guardando attentamente, la qualità della musica di Marta è chiaramente la risultante di alcune variabili poco equivocabili: un indubbio talento compositivo, gli studi di jazz e l’appartenenza a un panorama musicale che non è quello italiano. Perché il tocco europeo non è solo questione di influenze. A giocare un ruolo chiave è anche il coraggio di assomigliare a qualcuno attraverso la propria poesia. Non fare le cose in modo strano per farsi notare, ma con quella complessità impercettibile, di cui ci si accorge in un secondo momento. Giocare benissimo dentro un canone perché si ha la padronanza assoluta dei propri strumenti.

I Am a Gem è un disco pieno di modi di fare beatlesiani, talvolta nella scrittura, talvolta nel modo di suonare della piccola orchestrina, nella traccia omonima e nel trittico Frogs. Ci sono parti vocali che sembrano quasi esercizi a cui seguono riprese improvvise di struttura, con assoli di fiati sempre contenuti, rispettosi dell'economia energetica di una musica che ha al suo interno un equilibrio tanto ben strutturato da metter pace nel cuore. Tutto è sempre poco prevedibile, che siano le straordinarie aperture della voce di Marta, o pezzi come Belly Of the Monster Why, che dopo voli complessi riportano l'atmosfera ai suoni più contemporanei del cantautorato americano, sia acustico che di matrice rock. Forse momenti più canonici, ma collocati dentro un disco che si rivela sempre più polimorfo col trascorrere dei minuti.

Passando attraverso svariati passaggi di impronta jazzistica, ma con il modo di fare di chi sia alle prese con una micro sinfonia − con tanto di coro che se non esplicitamente liturgico sicuramente lava via cose impure − Marta Arpini ha confezionato un'opera assolutamente indefinibile, forse per la sua semplicità, la sua pura musicalità. L'orchestrina suona in un giardino, mentre lei con la chitarra in braccio sembra sempre canticchiare sovrappensiero. Soltanto che di questo canticchiare si sente l'eco, una traccia visibile tutt'intorno, ossia quel gusto di musica bella e basta che è difficile da spiegare. Torniamo a leggere il titolo del disco, è tutto vero, perché ha parlato la musica.

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La recensione I Am a Gem di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-28 02:27:00

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