Fabryka, pressappoco come la famosa fucina di talenti di Oliviero Toscani. Non per nulla questo Ep è stato realizzato con tecniche da "catena di montaggio", quasi fosse una nuova campagna pubblicitaria Benetton. L'approccio non è forse una novità: già i Kraftwerk dividevano i compiti compositivi in modo da non far sapere alla mano di Florian cosa stesse facendo quella di Ralf, ma di sicuro è radicalmente differente rispetto a quanto normalmente ancora ci si aspetta da un gruppo musicale.
Personalmente credo che oggi questo sia l'unico modo per produrre musica "nuova": non per nulla i Radiohead hanno adottato questo modus operandi durante le registrazioni di un disco, nel suo piccolo innovativo, come “Kid A”. Certo, le sedute di brainstorming e le successive session solitarie non sono sufficienti a rendere buono il risultato finale. Come per il risotto, non bastano i porcini, bisogna anche saperli cucinare.
È sotto questo punto di vista che trovo lo sforzo dei Fabryka lievemente altalenante, da una parte l'armonia di sapori degna di uno chef della nouvelle cuisine riscontrabile in "Handful of dust" e "Rainfall", dall'altra gli accostamenti sempre sapidi, ma forse un po' meno riusciti di "Hang on". Gli ingredienti infatti, presi ognuno per conto suo, sono sempre di ottima qualità: una voce femminile decisamente preparata, i suoni molto belli, le parti strumentali decisamente emozionanti.
Il livello medio si assesta comunque su livelli decisamente alti. Probabilmente ai Fabryka manca solo un pizzico di "pop" in più, per lievitare là dove nessun altro soufflé era mai giunto prima. Ma, d'altra parte, il gruppo sta ancora testando i suoi giocattoli.
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