Quest'anno la psichedelia con tutte le sue trasformazioni e declinazioni va un sacco, ma non mi sarei mai aspettato di sentirla così forte nel cantautorato, così come in questa canzone di Riccardo Morandini dal titolo Unione. Lui ha cambiato tante volte pelle come il suo brano: prima il metal estremo, poi il jazz, il rock alternativo, la canzone d'autore, quindi chitarrista dell'eclettico Alessandro Ristori.
Ci propone una canzone sfaccettata e complessa, che in quattro minuti passa dall'acustica all'elettronica minimale con archi sintetici, flauti, Farfisa, arpeggiatori e un tempo che cambia dal 4 al 3 quarti, mentre Riccardo canta un testo per niente banale e molto filosofico sull'inutilità dell'ego e sulla necessità di riconoscere l'unione tra le persone.
Una canzone che piacerà ai fan di Franco Battiato e di Morgan ma anche agli ammiratori del cantautorato degli anni '70, musicalmente anni luce più libero della musica leggera. Un volo etereo, onirico e intrigante per un musicista molto raffinato.
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