Crocevia tra rappresentazione jazz e post-rock sperimentale, "Hidden Or Just Gone" costituisce forse la prova di maturità dei Caboto. Dopo oltre cinque anni dall'esordio, il combo strumentale bolognese raggiunge probabilmente il suo punto più alto, trasfigurando la sua scrittura avanguardista all'interno di ambienti raffinati ma estremamente nevrotici ed oscuri. Un disco intenso e compiuto. Fatto di una sottile alternanza tra figure improvvisate e strutture ragionate. Una spiccata attitudine alla scrittura freeform che si avvolge di sottili contorni matematici. Immersioni ritmiche dal piglio romantico, attorcigliate su chitarre serrate che assumono diverse tonalità, seppur tutte sul grigio scuro. Nove dialoghi strumentali estremamente intimi, in cui una ruvida struttura tradizionale basso-chitarra-batteria è ricamata da eleganti incursioni di sax, tastiere, maracas e dettagli campionati. Il manierismo è indubbiamente spiccato e le soluzioni sono spesso da perfetto manuale del post-rocker post-contemporaneo. L'amore per i Tortoise è infatti evidente e spesso le composizioni assumo le sembianze di una cartolina proveniente dalla Chicago di qualche tempo fa, vagamente alleggerita da un lievissimo retrogusto psichedelico Canterbury-oriented. L'originalità è indubbiamente altrove, ma l'ispirazione è credibile anche se talvolta un po' fragile. Il disco comunque esprime una emotività concreta e pulsante, con alcuni istanti di grande coinvolgimento. Insomma, i Caboto si sono evoluti e questo è un buon lavoro. Se trovate la sintonia, potrebbe piacervi.
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La recensione Hidden Or Just Gone di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-09-01 00:00:00
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