Ironia, provocazione e disincanto nell’album manifesto dei KOKADAME.
Esagerazione, volgarità, nessuna censura, sincerità estrema: sono queste alcune delle caratteristiche del secondo lavoro dei KOKADAME, DOUNLOWD, autoprodotto, che riconferma come niente e nessuno possa impedire alla band di andare per la sua strada, con la cassa sempre dritta.
Infatti, DOUNLOWD è un disco tra punk e hard rock, con strumenti uniti tra di loro a formare un compatto muro sonoro che colpisce chi ascolta e non si perde in virtuosismi particolari, ma soprattutto cantato sempre in italiano, come i KOKADAME ribadiscono anche in Canto in italiano.
L’album suona quasi come una netta dichiarazione di intenti, evidente in KO-KA-DA-ME!. Un brano che diventa manifesto di stile, graffiante e fastidioso, così da far avvicinare solo chi riesce ad evitare tutte le trappole, diventando inno ed incitazione. La volontà di provocare è ancora più evidente in Rock/zone Bon/it Can/us, compendio di registrazioni dove dalla quotidianità si passa a frasi dette da sbronzi, suoni e versi che superano il confine dell’irritante, a risate e storie senza alcun senso, che non portano a nulla.
Un disco senza dubbio al limite (non si può definire un ascolto piacevole), ma che allo stesso tempo rivela tutta l’anima punk del gruppo, stupendo con scelte di stile imprevedibili, e che proprio attraverso la sua capacità di continuare ad urlare e ironizzare si conferma in grado di creare dei brani critici, disincantati ed attuali.
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La recensione DOUNLOWD di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-31 11:16:04
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