Volge al termine il progetto in tre atti della band aretina che racconta la complessità dei rapporti umani.
Il terzo episodio del progetto Eterno Secondo mostra un nuovo lato della scrittura della band aretina, portando avanti la narrazione degli altri due EP che sfocia in una quasi suite di quattro brani.
"Ti voglio bene e lo sai che ti ucciderei con queste mani", recita l'ossimorico attacco dell'album, parlando fin da subito di solitudine e competitività, con la ricerca dell'empatia come sottotesto: i temi di questa parte di un romanzo che canta le gesta degli Eterni Secondi, i non vincitori. L'umano che cerca di risolvere i conflitti interiori avvicinandosi ad altri – Bipolare – ma alla fine si scontra con la propria natura di competizione – Icaro – e il rapporto controverso con la propria interiorità – La Mia Solitudine –.
Una vocalità potente, una scrittura più vicina al flusso di coscienza che alle immagini tipiche del rock, con l'utilizzo di piani e tastiere al posto delle chitarre, ma ancora con qualche miglioria di apportare alla compattezza della formula. Magari, più funzionalità degli arrangiamenti per una formazione inusuale, la struttura potrebbe essere ancora più efficace dividendo meglio i ruoli anche nella sezione ritmica, senza affidare il riempimento dei vuoti solo all'elettronica.
Proprio l'Intro, posto alla fine dell'EP e dell'intero progetto è quello in cui l'elettronica ha una ricerca migliore in un brano sperimentale, a metà tra ambient sintetizzata e spoken-word, a cui è affidata la riflessione finale sulla vita e i sentimenti del protagonista, mentre i synth disegnano un vuoto coerente con il senso del brano e dell'idea alla base dell'intero concept del progetto.
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La recensione Eterno Secondo - Parte III di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-29 00:16:14
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