Un esperimento sonoro fatto di pop e suoni sporchi
Quello di Palma de Majorca è un progetto abbastanza bizzarro, un pop privo di orpelli e abbellimenti di ogni sorta, dotati di accenti di sporcizia quasi impercettibili, che saltano all'orecchio dopo parecchi ascolti. Molloy è un singolo dall'andamento anomalo, che procede a passi lenti e circospetti, scanditi da colpi di una batteria che sembra voler sempre stare in disparte. Tiene il tempo in modo sobrio, a servizio di un intreccio di chitarra e basso anch'esso sommesso.
Su questo tessuto sonoro quasi di circostanza la voce, modificata e sporcata anch'essa da micro distorsioni che la fanno staccare dal resto degli strumenti, scandisce un incontro, o meglio la pianificazione di un incontro, fatto in modo da non destare alcun sospetto. Bastano pochi frammenti di frase cantati col punto interrogativo stampato sulla bocca per dare la giusta connotazione alla situazione. Pur non capendo esattamente cosa stia succedendo sono chiare le intenzioni, le direzioni prese, e soprattutto il loro incontrarsi e successivamente separarsi.
In questo modo Molloy sembra assumere la forma di un tentativo compositivo. Lungi dall'essere dotata di una forma compiuta e circoscritta, è una canzone che gira in modo interessante intorno al suo obiettivo, rischiando di smarrire nella forma la sua urgenza compositiva. Ma la sporcizia sonora è ciò di cui Palma de Majorca deve far tesoro.
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La recensione Molloy di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-04-30 18:07:05
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