Kaufman Parkour (lato A) 2021 - Pop, Indie

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Un documento d'identità generazionale, una scatola di piccole storie che non racconteremo mai ai nostri nipoti ma che continueremo a portarci dietro per ricordare a noi stessi chi siamo stati e chi siamo.

Parkour (lato A) è il secondo lavoro discografico dei Kaufman (Lorenzo Lombardi, Alessandro Micheli, Matteo Cozza e Simone Gelmini), band che vive tra Brescia, Bergamo e Verona.

Si tratta di una raccolta di otto brani, otto quadri di pop "superemotivo", come loro stessi lo definiscono. Sono piccole storie dirette, il cui fascino sta nel continuo rimando di immagini e concetti strettamente pop, col grande dono della sintesi, un po' come le stories di Instagram.

Musicalmente parlando l'ossatura è subito fissata da drum machine e synth bass che pulsano quanto basta e permettono al resto degli strumenti, per lo più pad, sintetizzatori e suoni texture di distendersi senza mai troppa adrenalina. Si sente un certo revival della musica degli ultimi decenni del millennio passato, un po' come in Judo, in collaborazione con Cimini dove l'utilizzo della tromba ci riporta immediatamente alla mente il sound di colui che l'It pop l'ha creato, in un suo disco cruciale: Carboni col singolone Mare mare.

La voce rappresenta più una voce narrante che uno strumento musicale, per quanto, nella semplicità generale del canto, ci sia una grande musicalità ed un'immediatezza che sono tratto caratteristico non da poco. A far la differenza sono i testi che, come detto sopra, si basano molto sull'utilizzo di immagini e icone del nostro presente di ogni giorno. C'è una grande ricerca della giusta metrica, non c'è mai una sillaba fuori posto e ogni parola diventa una cellula ritmica perfetta.

Esempio di grande capacità evocativa tramite immagini ben precise è il primo brano Bart Simpson, una sorta di Ma che colpa abbiamo noi "due punto zero", una specie di inno generazionale lanciato lì, senza neanche prenderlo troppo sul serio, 'che questa generazione sembra non potersela meritare la serietà.

Molto belle le partecipazioni di Legno e Cimino e l'apporto produttivo di Dade e Rossella Essence che riescono chirurgicamente a mettere ancora più a fuoco idee e suoni di un disco che aveva già identità da vendere.

In conclusione Parkour (lato A) è un disco con tanto da dire e che merita di essere ascoltato anche da chi proviene da altre stagioni musicali, perché è una sorta di carta d'identità generazionale che contiene tutti i tratti caratteristici di un modo di esistere e stare al mondo. L'ascolto risulta fluido e l'orecchio rimane ben collegato al cuore, perché ci sono parole in cui immedesimarsi per tutti, in ogni brano. Colpisce anche duro certe volte questo disco e tanto basta per non far sentire la mancanza di un cambio di passo metronomico durante tutta la tracklist. La produzione è ottima, ogni suono ha la sua collocazione all'interno dello spettro sonoro e ogni canzone risulta compatta e intelligibile.

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La recensione Parkour (lato A) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-07 17:38:26

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