Il quarto album di Oren Wabi Sabi è la colonna sonora perfetta per un inverno malinconico e introspettivo
Il concept alla base di Lady Snow, il freddo interiore ed esteriore, si esprime attraverso ogni aspetto dell'album: dai suoni, ai testi, fino ai titoli dei brani che lo compongono. Grazie a un mix efficace di lo fi e hip hop, le sonorità del disco riescono a trasmettere la sensazione di freddo e introspezione che l'artista vuole farci arrivare. Ma contemporaneamente hanno la capacità di creare quella bolla tipica del lo fi, in cui sentirsi un po' più al caldo.
Le strumentali di Lady Snow, prodotte in toto da Oren Wabi Sabi, sono a tutti gli effetti dei brani lo fi su cui si innesta il cantato del rapper e beatmaker romano. I suoni sono dunque quelli tipici del genere: fiati sommessi, una forte presenza di pianoforte e batterie dai toni scuri.
Anche dai testi il chiaro/scuro di caldo e freddo arriva alle orecchie dell'ascoltatore, grazie a una scrittura che si articola molto per immagini, istantanee di fredde città grigie del nord Europa. Panorami notoriamente malinconici e introspettivi che, oltre a essere lo sfondo perfetto, alimentano a propria volta il sentimento evocato nei brani.
Il Nord Europa, appunto: la regione settentrionale del nostro continente è la mappa del disco di Oren Wabi Sabi, in cui i titoli dei brani sono semplicemente nomi di città dalla Germania fino alla Svezia. È interessante notare come nella tracklist compaiano tre città tedesche, all'inizio, a metà e alla fine, rispettivamente: Francoforte, Berlino, Amburgo.
Proprio in Amburgo si trova una delle immagini che meglio esprimono il contrasto presente nel disco: "Quanto è bello l'alcool quando fa freddo". Un verso che assume ancora più significato se messo in relazione con il precedente: "Grazie al vin brulé le mie mani sono calde". Una fotografia di un momento che rimanda a immagini invernali ben impresse nella mente, soprattutto di chi è cresciuto al nord: le giornate fredde alle feste di paese con il vino bollente in bicchieri di plastica che tiene calde le mani che lo stringono, ma ustiona la gola quando lo si beve
Piccola pecca del lavoro: la scrittura. Questo aspetto, in realtà, è ben curato e molto apprezzabile, senonché a tratti, proprio a causa della sua ricercatezza, si irrigidisce un po' arrivando a suonare quasi forzato. Tolto questo difetto, però, Lady Snow è un disco perfetto per affrontare il colpo di coda invernale e il grigiore della città fredda.
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La recensione Lady Snow di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-08 21:45:00
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