Il male resta è, da qualsiasi parte lo si guardi e, soprattutto, lo si ascolti un grande pezzo. Mi piace partire da qui, da questo, almeno per me, dato di fatto, per parlarvi del nuovo disco di Luca Urbani, Comunque vada è successo (Vol.2). Allora, al netto de Il male resta, posso dire che questo secondo disco di Urbani è sicuramente un buon lavoro anche se troppo figlio, ahinoi, del precedente. Mi spiego meglio. Esattamente come per Vol.1, anche Vol.2 risulta essere, per stessa ammissione dell'artista, "una raccolta di brani originali nati dal silenzio di una Monza in Lockdown".
Se nel primo disco questo era sicuramente un qualcosa che muoveva una certa curiosità nell'ascoltatore, la reiterazione dell'ispirazione, purtroppo, si fa sentire. I temi sono, grosso modo, gli stessi del precedente volume anche se, va detto, a migliorare, e pure di molto, sono gli arrangiamenti. Qui è tutto più calibrato e definito rispetto a prima: Luca Urbani non è una new entry, ora, della scena musicale e quindi fa valere questa sua esperienza.
Rimane però il problema, ravvisabile ne Il gioco ad esempio, di come tante cose siano state già espresse da Urbani: ecco allora che una doccia fresca di realtà altra potrebbe, sul serio, essere il modo migliore per l'artista di trovare nuova linfa musicale e anche a livello di composizione.
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