Sempre più spesso negli ultimi tempi abbiamo visto stuoli di pianisti di formazione classica virare verso la composizione, abbracciando un tipo di nuova musica contemporanea contaminata con leggere sfumature elettroniche, dai toni sempre pacati e lievi, con poca dissonanza e tanta rassicurazione. Riccardo Roveda con Loosing Algorithm si colloca alla perfezione in questo solco stilistico, tanto conscious quanto dotato di una libertà interpretativa da parte dell'ascoltatore.
Trattandosi poi di un singolo, che prova ad esaurire in meno di quattro minuti il proprio discorso, lo sforzo per raggiungere le profondità di Loosing Algorithm deve essere grande, ma Roveda ci viene in aiuto, costruendo ad hoc una struttura sonora che cresce stratificandosi. L'ingresso delle percussioni elettroniche, che a metà brano si fanno più nette e meno sfumate, il sovrapporsi delle tracce di tastiera, con le quali viene fatto un gioco di sottrazione quasi totale che porta alla delimitazione di un interludio, prima della cavalcata finale.
Pur non strabordando nel campo della sperimentazione, rimanendo al sicuro nella già citata area di azione, dalle apparenze riflessive e moderate, Riccardo Roveda impacchetta con perfetti abiti di classicità contemporanea la sua composizione, ad anticipare il suo nuovo disco, col quale gli intenti diverranno più chiari e completi. Per ora basta questa piccola manciata di minuti.
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