un pop d'autore con sonorità internazionali, un viaggio dentro sentimenti dal respiro globale, dentro storie dai contorni sfocati, dentro nostalgie e ricordi sul filo della malinconia.
I figli degli altri è l'ultimo lavoro discografico di Giovane Giovane, artista toscano.
Si tratta di una raccolta di dieci canzoni pop d'autore che si muovono su tematiche sentimentali universali, in reazione al periodo in cui sono state scritte e cioè durante la pandemia di covid19.
Al livello musicale si è cercato di dare un respiro internazionale al pop d'autore all'italiana, con l'utilizzo di programmazioni di drum machine, sintetizzatori, pad e texture che tendono a spazializzare il panorama sonoro.
La sezione ritmica è prevalentemente elettronica, con drum machine e 808. Il sound che ne scaturisce è moderno anche se meno espressivo di una strumentazione realmente suonata. Nonostante questo il risultato suona bene ed è totalmente funzionale alle canzoni.
Chitarre acustiche in strumming ben sgranati e con una timbrica ben curata fanno da tratto d'unione tra la sezione ritmica e quella armonica, mentre quando si va sugli arpeggi, diventano parte integrante dell'arrangiamento con molto gusto e semplicità.
La parte sintetica dell'armonia è il grosso del soung, così come per la sezione ritmica. Si sente la ricerca di suoni che diano un'atmosfera precisa e che riescano ad incastrarsi da loro senza sovrapporsi, rischiando di appesantire o intasare nessun range di frequenza.
La voce è subito riconoscibile, si muove senza cercare il limite della propria estensione e questo riesce a trasmettere sicurezza nell'ascoltatore. I testi sono metricamente accurati e ben si appoggiano sul beat sia nelle ballate più lente che nei pezzi più "fitti".
Il lavoro di produzione è stato pressoché perfetto, il mix suona ben bilanciato e solido, monocompatibile e tridimensionale allo stesso tempo. Un mastering da manuale restituisce naturalezza al tutto e rende l'ascolto appagante.
In conclusione I figli degli altri è un prodotto artistico maturo, ben confezionato e con tanto carattere. C'è il giusto equilibrio tra le parti musicali, il testo e la voce e la tracklist è ben dosata per dare dei cambi di dinamiche che aiutano l'ascoltatore a mantenere alta la soglia dell'attenzione. L'ascolto risulta dunque leggero, fluido e rilassato come un viaggio durante il quale ci si può godere il bellissimo panorama.
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La recensione I FIGLI DEGLI ALTRI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-07 16:50:08
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