Da qualche parte bisogna pur cominciare: gli Anagraphe decidono di farlo puntando tutto Canzoni, loro album d’esordio. Otto pezzi che la pandemia non è riuscita ad ostacolare: una sorta di antologia introduttiva, con la quale i quattro ragazzi bergamaschi mirano a far conoscere sé stessi e la proprie canzoni.
Musicalmente il quartetto si avventura nell’indie pop, contaminandolo con abbondanti tastiere (Domenica amara, Brividi e Attori) che riportano al Cosmo di Disordine; altre volte invece è il suono del sax ad aggiungere un tocco di magia al brano (Fumo). A dispetto della giovane età – tutti i membri sono nati tra il 1999 e il 2000 – gli Anagraphe dimostrano di avere una solida intesa tra di loro: conoscono le proprie potenzialità e le sfruttano al meglio, per dare vita a brani che poco hanno da invidiare a quelli di colleghi più esperti. I tentennamenti maggiori arrivano sul piano vocale: si ha talvolta la sensazione di uno “stacco” eccessivo tra la voce e la parte strumentale, col risultato che la prima suona come “appoggiata” sulla base ma senza farne effettivamente parte – una sorta di "effetto karaoke".
Al netto di queste sviste, più che comprensibili in quattro ragazzi esordienti, Canzoni rimane un lavoro interessante e riuscito, che rivela una maturità musicale quasi sorprendente. Ora agli Anagraphe non resta che tenere buono ciò che hanno imparato da questo esordio per portarlo al livello successivo nelle prossime uscite.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.