Tu chiamale se vuoi citazioni è, esattamente, quanto viene esplicato nel titolo. Il lavoro di Vincenzo Donnamaria gronda letteralmente devozione e amore verso il mondo dei cantautori italiani da ogni poro. Questo sentimento, così forte e genuino, è sicuramente lodevole anche se, occorre dirlo subito in esordio, non sempre si traduce in una realizzazione musicale degna di questa passione "folle". Già perché se Donnamaria ha una bella voce ed è in grado di reggere, almeno in parte, il confronto con tanti artisti qui citati, è dal punto di vista dell'interpretazione e degli arrangiamenti che le cose funzionano meno bene. Prendete Il mandrillo: qui lo scarto rispetto agli "originali" si sente lontano un miglio.
Tuttavia, ascoltando a più riprese questo lavoro, mi sono convinto che tale critica sia un po' pleonastica. Vincenzo Donnamaria non si vuole mai mettere in tensione con i suoi modelli, non li sfida, li cita, come egli stesso dichiara: "Un album pieno di devozione per i grandi cantautori italiani: Fabrizio de André, Lucio Dalla e Francesco Guccini sono solo alcuni degli artisti omaggiati e citati".
E allora, nonostante una realizzazione tecnica che sfiora la sufficienza, non di più non bisogna essere troppo severi verso qualcuno che è innamorato no? Se di una donna, di un uomo, di un'idea o di una canzone, poco importa.
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