La discesa dantesca del ragazzo di Bonola si concretizza in dieci tracce concrete, eclettiche ma dannatamente coese.
Alessandro si riappropria di determinati spazi della sua vita abbandonandosi a un racconto: una forma che nasce a Livorno e si cristallizza a Milano, nel quartiere Bonola; questo ambiente porta a rendere concreto il progetto Candra, che oggi chiude il cerchio attorno al capitolo discografico d'esordio pubblicando “Bonola Boy”, su distribuzione Believe Digital.
Un pugno di canzoni (dieci, in tutto) che rappresentano il personalissimo invito al viaggio firmato direttamente dall'autore: ogni snodo della tracklist una fermata di metro, un passo avanti verso il punto d'arrivo che riesca a soddisfare la dipendenza tossica; una dantesca discesa verso gli inferi che trasuda visione personale, vera e cruda di quella grigia palude che chiamiamo quotidianità. Attorno questo impianto concettuale, Candra posiziona arredi sonori da far invidia a chi è interior designer di professione: questi suoni sono punk, nel senso più squisitamente attitudinale del termine.
“Bonola boy”, infatti, non si presta a rigide strutture di genere ma crea compromessi ben riusciti tra mondo analogico e digitale, è musica d'autore nel senso che c'è quel polso tipico di chi ha idee chiare su cosa comunicare (e come farlo), quindi lascia libero spazio a commistioni coraggiose: c'è tanta carne a cuocere e il grill master di certo non si perde nel fumo.
Metafore culinarie a parte, il ragazzo di Bonola si presenta come un radioso sconquasso, fatto di cemento, binari e stridio di freni dei treni. Ben vale la pena di prestare molto più che un ascolto a questa Commedia, che non inizia con il classico “Nel mezzo del cammin di nostra vita” ma con una dichiarazione d'intenti molto eloquente:
“Da Bonola al capanno tutte le buone intenzioni vanno a farsi fottere”
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La recensione Bonola Boy di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-22 21:19:28
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