Fabri Fibra Caos 2022 - Rap, Hip-Hop

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Fibra è tornato dopo 5 anni, e come al solito è una lezione per tutti

Fabri Fibra torna dopo cinque anni da Fenomeno e prima di farci entrare nel suo Caos, ci ricorda chi è e cos'ha fatto durante la sua carriera di rapper che dura da vent'anni. È la voce di Gino Paoli ad aprire la sua Intro, brano che mette in rima l'intera discografia di Fibra, anno dopo anno, singolo dopo singolo, album dopo album: quanta bella roba. 

Decimo disco in studio per l'artista e primo ad essere pubblicato con etichetta Sony Music/Epic, Caos esce con un tempismo perfetto; il mondo intero è nel caos, c'è disordine e confusione in tutto, nelle cose, nella politica, nella musica, nelle idee e nei sentimenti. 

Il Caos, dice Fibra nella presentazione della traccia, è uno stato d'animo che ti prende quando sei lontano da quello che ti fa stare bene. Sofferenza dunque, e la title track con Lazza e Madame spiegano molto bene questo malessere.

Fibra tenta di mettere un po' di ordine nel suo animo e nella sua testa con queste diciassette canzoni; è un disco importante, di spessore, come i dischi a cui Fabri Fibra ci ha abituati; è nostalgico, più riflessivo che scoppiettante. Racconta sprazzi di futuro, ma resta sempre concentrato sul presente e ancorato al passato, con i beat e gli scratch anni 90 e le citazioni sui Cure e i Nirvana. 

Di nuovo incubi, paure e paranoie (lavoro sodo ma non ci crede nessuno, questi mettono like ma io ci metto il cuore), più o meno superate; depressione e noia, combattute anche a colpi di rime sempre oneste e sincere, anche con immagini truci e sanguinarie. GoodFellas con Rose Villaine è l'esempio di questo sile gangster che ora piace moltissimo. Nessuno, scritta con Davide Petrella invece parla di macchine in fiamme e subito dopo di lettere d'amore e di un aquilone.

Ma questo è Fabri Fibra, che in Fumo Erba cerca di parlare di marijuana in maniera critica e obiettiva e che in Liberi, con Francesca Michielin e prodotta dalla stessa Michielin, urla un grido di libertà, di diritto alla libertà di stare bene o di stare male, diritto alla libertà di essere. 

Nel disco su Spotify i featuring e le produzioni non sono esplicitati, ma ci sono e sono grandi e importanti, pietre miliari a garanzia di beat e rime potenti, siano esse malinconiche, eccitanti, riflessive. Oltre agli artisti già citati, primo fra tutti gli altri è Neffa, rapper di riferimento e vero mito per Fabri che di lui dice che non ne sbaglia una. Poi Ketama 126 (anche in veste di producer) fortemente voluto da Fibra per il suo sapore di novità, per la sua potenza e schiettezza: Pronti al peggio è il risultato del beat che ha scelto Big Fish per raccontare il lato rock della collaborazione tra Ketty e Fabri; Gué e Salmo, è un sogno per il rapper averli insieme nel suo disco, anche, e cito Fibra, per la loro capacità di concentrare il concetto in pochissime rime e il pezzo è fantastico. 

Anche Stelle, prodotta da Dardust e cantata con Maurizio Carucci (Ex Otago) è fantastica e ci fa ballare in un mix perfetto di urban e dance. Propaganda, con Colapesce e Dimartino, è il singolo, di cui è uscito anche il video, ed è una bella marcia riflessiva. 

Cerca di combattere la Noia con Marracash, un campionamento di Miles Davis e una citazione di Bukowsky: continua a scrivere bene, la fama tende a indebolirti, la fama è una forma di elogio.

Brutto figlio di è il suo modo di dirci che è tornato, prendendo spunto dal rapper Yelawolf che chiude tutte le sue barre con le parole “mother fucker”, Fibra fa lo stesso e la canzone prende vita e prende senso e ci ritroviamo tutti, Fibra compreso, a prendere insulti.

C'è una frase nel disco che più di altre mi ha colpito: Dio ti prego dammi una mano, anzi dammi un palco. Necessità, esigenza, questo sono il rap e la musica per Fabri Fibra, esigenza di espirmersi prima in studio con queste canzoni e poi davanti alla sua gente, dal vivo.

Il pensiero e il Caos di Fibra prendono forma e ordine, traccia dopo traccia, saltando dall'introspezione dei pezzi più personali come Amici Nemici, ai brani old school, agli esercizi di stile per la scena e per il rap game che è comunque sempre aperto.

Caos è quasi un'antologia delle opere di Fabri Fibra, una raccolta di scelte ricercate: c'è tutto il meglio di Fabri Fibra, da ascoltare bene, facendosi trasportare dalle basi e dal suo flow travolgente. Chiude il disco un'Outro perfetta, anche se un po' fuori moda, che sembra anche la chiusura di un concerto, Fibra con il cuore in mano a ringraziare tutti e soprattutto se stesso.

“Grazie a me stesso. Sono ancora qui, vaffanculo. Non è facile eh... E Lascio correre e la base perchè spacca”.

 

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La recensione Caos di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-03-18 10:59:00

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