Hlfmn cerca di fare del suo ultimo album una cerniera tra cielo e terra, servendosi di sperimentazioni elettroniche e contaminazioni orientali.
Hlfmn – o Half Man – è il progetto che vede il produttore e musicista romano Paolo Michelini celato dietro a una maschera divisa a metà simboleggiante la spaccatura tra terra e cielo, fisico e metafisico, materiale e immateriale. Il compositore ha una storia consolidata alle spalle che lo ha portato dal 2014 a oggi cercando di costruire con la propria musica il ponte tra le due dimensioni che dividono il suo volto. Il suo sesto album Double Mirror si propone come ulteriore approfondimento della coscienza umana che sola può mettere in dialogo quei due mondi.
È lui stesso a definire questo lavoro “un viaggio nel tempo quasi ancestrale, epico, mitologico” alludendo alle influenze che caratterizzano da sempre la sua musica. Non è solo un lavoro di elettronica, IDM o future bass ispirato da Moby o ODESZA, perché è su questa base che si innesta la dimensione di ritorno all’originario, all’ancestrale. L’accoglienza di The Sorcerer e Faith – prime tracce del disco – rimanda ad un altro tempo, a un’origine dell’umanità attraverso le ritmiche cadenzate di sintetizzatori e clap accompagnate da un’armonia scarna costituita quasi esclusivamente da cori in sottofondo.
Qui inizia il vero e proprio viaggio. Brano dopo brano, Hlfmn passa per le suggestioni più eterogene confermandosi come musicista polimorfo e ricco di sfaccettature. I richiami orientali, da sempre una stella fissa nel suo percorso, vengono riprese attraverso l’uso di scale arabe in Hades rendendo questo brano una commistione sorprendente tra ambientanti medio-orientali e cultura house. Questa però è solo una delle tappe del viaggio che porta fino in Asia, da dove arrivano gli strumenti utilizzati nei campioni di Yang. Con l’uso del classico erhu cinese, strumenti a fiato del folklore asiatico e del pipa – cordofono che presenta una serie di caratteristiche comuni al mandolino – la sperimentazione di Hlfmn non conosce frontiere.
È da queste fusioni che si comprende meglio nel suo complesso il pensiero dietro alla proposta artistica del progetto. Gli strumenti sono solo un indice della contaminazione che la filosofia orientale ha giocato nel cammino di Hlfmn, basti pensare al forte attaccamento al dualismo rappresentato da yin e yang che viene ripreso nell’immagine visiva della maschera divisa in due metà. Non è più solo musica ma un’indagine che si pone l’obiettivo di trovare il collegamento tra quei due mondi che sono sempre stati visti come separati.
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La recensione D◯UBLE MIRR◯R di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-04-22 13:06:15
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