Quella di Giulia Ventisette è una scrittura d’altri tempi, narrativa, con una storia in ogni canzone, lasciando ai personaggi sparsi nelle canzoni il compito di raccontare il suo punto di vista sul mondo e su Lo Stato Attuale Delle Cose.
Una formazione foltissima alla parte musicale accompagna i brani che hanno tutti una impronta sociale e allo stesso tempo profondamente personale, dall’identità femminile – Ho Perso – alla diffidenza verso la modernità – In Ascensore –.
Ci sono episodi più riusciti, quelli in cui la produzione è meno artefatta e più libera della ricerca dell’orecchiabilità – La bellezza su tutte, con archi bellissimi e una batteria ricca di groove ma mai invadente –, e quelli in cui la melodia valorizza la voce limpida della cantautrice.
Se vogliamo considerare il cantautorato come uno stile preciso di scrittura, questo disco lo rispecchia completamente: c'è un po' di Consoli, qualcosa di Silvestri, con omaggi alla città di Roma e alla sua scuola cantautorale e ben due citazioni che dimostrano quanto sia Tutta colpa di Rino Gaetano, nella ispirazione e nell'imprinting narrativo.
Un episodio nineties come Alice (nel paese delle cianfrusaglie) – un po’ Anouk, un po’ Morrisette – e altri piacevoli tentativi di sperimentazione verso l’elettronica fanno quasi venire la voglia di vedere Giulia Ventisette spingersi ancora più dentro quei territori, ed essere ancora più libera.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.