In veste di colonna sonora originale, Strangis adopera un approccio compositivo che esplora il tema della simbiosi umana sia in funzione delle immagini che in termini di autosufficienza
Quello di Francesco Strangis è dichiaratamente un progetto di stampo cantautorale di derivazione classica nostrana ma con sguardo ampiamente rivolto al presente più evolutivo di una simile impostazione. La capacità di trascendere le proprie stesse fondamenta per esplorare territori divergenti anche se per nulla estranei al personale bagaglio culturale – qualità non così comune tra le eminenze attuali del settore – permette, però, a chi ne sa concretamente fare uso, di approdare su sponde professionali decisamente più interessanti rispetto al solo formato canzone.
Questo vuol dire che, al presentarsi di situazioni che richiedono di costruire una gradazione emotiva da conferire, per altre vie, ai sensi fisici e interiori del fruitore – come nel caso di una colonna sonora originale per un lungometraggio – l'estro creativo di base, se reale e ben nutrito, riesce a confluire nel mood delle immagini non solo accompagnandone il fluttuare sul grande schermo, ma riuscendo anche a mantenersi decisamente vivo come corpo a sé stante di pregevole fattura.
Quella scritta e prodotta da Strangis per il bel film L'afide e la formica di Mario Vitale – per costui prima prova di fiction sulla lunga distanza dopo vari documentari, cortometraggi e video musicali – rientra in questa specifica e ambivalente funzione. Così come, sullo schermo, Vitale racconta di vite diverse tra loro, in perpetuo scontro culturalmente e antropologicamente dialettico ma, in fin dei conti, bisognose di confluire in un unico percorso direzionato verso un concetto di libertà che è prima spirituale e poi materiale ("Siamo esseri che traggono beneficio l'uno dall'altro", si dice nel film), così Strangis lavora su due piani compositivi divergenti ma che riescono, a tratti, anche a confluire nella strutturazione di un corpo sonoro altro.
Il primo di questi due piani è senza dubbio il formato canzone, attualizzato grazie all'utilizzo di strumentazioni odierne e approcci moderni al dato creativo. Il secondo riguarda una maggiore dilatazione atmosferica che, affidata tanto a brevi intermezzi quanto a brani interi, rende ben chiaro il senso di divisione in cerca di un punto di approdo collettivo. Il risultato di una simile convivenza porta l'ascolto a immedesimarsi in formati canzone apparentemente scarni ma funzionali all'impatto emotivo delle immagini, ma anche in destrutturazioni ambient tendenti al drone e al minimalismo più rarefatto e oscuro. L'unione delle due forze, però, genera interessanti esperimenti synth-dream pop ma anche completezze IDM – techno – industrial con spunti wave che guardano, perché no, anche ai lavori firmati Reznor/Ross per Fincher dando vita, complessivamente, a un pregevole lavoro di simbiosi artistica degno di sbocchi professionali ben più lungimiranti e remunerativi.
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La recensione L'AFIDE E LA FORMICA (Original Motion Picture Soundtrack) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-04-12 15:55:03
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