Se qualcuno si è mai chiesto quale possa essere il suono dell'attesa, tipo quella de "Il deserto dei Tartari" di Dino Buzzati, forse nelle 12 tracce dell'album "Overlie" c'è una possibile risposta, perlomeno dal punto di vista dell'elettronica ambient e industrial. Moreno Padoan, dal suo Xonar Studio di Rovigo, torna così a sette anni dal suo primo album "Until The Numbness" con il secondo capitolo che chiude un cerchio: l'ha scritto, registrato, prodotto, mixato e masterizzato tutto da solo, oltre a realizzarne la grafica.
Dopo la lunga introduzione distopica di "Vulner Able", tra inquietudine e liberazione, le tracce "In superficie" e "Pericolosa formula" alzano subito il volume dell'elettricità del disco. Con "Under the cloaks of light" e "Lucido" torna il regno della suspense, attraverso un'atmosfera comunque ritmata e incalzante. Suona poi molto interessante l'incontro di questo universo musicale con l'utilizzo delle voci, sia quelle degli "ospiti speciali" Francesca Martinelli e Luca Rossi nel climax ascendente di "Completamente scomparire", sia quella che punteggia l'eterea malinconia della felicità: "Happiness", uno dei picchi artistici del progetto, rappresenta anche un esperimento di spoken music da sviluppare e approfondire, magari portando il "racconto" ancor più in primo piano.
In generale il bello della tracklist è che durante l'ascolto permette di crearsi un immaginario a piacere, di unire suoni e scene in un lungometraggio personale, di girare una pellicola della propria fantasia. D'altra parte non è certo un mistero che questi brani potrebbero ambire a far parte della colonna sonora di un film oppure trasformare in audio-storia le pagine di un libro: in entrambi i casi queste sonorità possono richiamare alla mente ambientazioni come quella del romanzo post-apocalittico "La strada" di Cormac McCarthy, Premio Pulitzer per la narrativa nel 2007.
Il brano "Sutra (Reprise)" ad esempio sembra perfetto per accompagnare una marcia verso la vita e la salvezza, un percorso in cui calzano a pennello un po' di meditazione e di filosofia indiana. In questo viaggio, inoltre, è possibile indagare il suono del silenzio ("Radio Silence") e lasciarsi cullare fra le braccia distorte delle "Abitudini possenti", fino a una "Nuova fine".
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