Non proprio una cornucopia, perché non voglio esagerare, ma di certo un bauletto pieno zeppo di cose belle. In questo modo, se volete molto materico, mi piace definire Constellations il secondo disco dei Cosmos in Collision. Per quasi sessanta minuti, infatti, la band ci intrattiene con uno shoegaze venato di elettronica di grande classe, sostenuto da una capacità veramente rara di orchestrare i pezzi. Un esempio? Beh, è presto fatto: Monoceros, per citare una traccia, non è solo, almeno a mio avviso, la migliore canzone dell'intero disco, ma anche un'ottima cartina di tornasole per comprendere chi sono oggi i Cosmos in Collision. Ovvero un gruppo brillante, perfettamente conscio dei propri mezzi e delle proprie specificità, in grado di costruire una sorta di ballad post-rock dai toni malinconici e distanti, anzi siderali, perfettamente in sintonia con il mood generale del disco.
Ma questo, come detto in precedenza, è solo uno dei tanti possibili esempi per notificare la qualità intrinseca del lavoro. Se proprio dovessi muovere una critica a loro, compiacendomi comunque per canzoni quali Hydra o Orion (titoli, per altro, uno migliore dell'altro) è che l'esordio, l'inizio insomma di questo Constellations è un pochetto in tono minore rispetto a tutto il resto dell'LP.
Tuttavia, questa mia considerazione, che rivendico per carità mi dà anche modo di invitarvi all'ascolto, integrale, dell'album: perché è un lavoro prezioso, registrato con attenzione e pensato con amore. Una brillante supernova nel cielo dello shoegaze-elettronico italiano.
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