One Starving Day
Broken Wings Lead Arms To The Sun 2006 -

Broken Wings Lead Arms To The Sun

Il dischetto inizia a girare e la sensazione è di trovarsi in un'atmosfera cupa, post-bellica, piena di macerie. L'associazione di idee, stimolata dal bel digipack, lancia un flash: un'attualizzazione sonora delle atmosfere di "Germania Anno Zero" di Rossellini. Confortato da questo bel pippone intellettualoide, l'ascolto prosegue. Al termine del primo brano l'impressione è molto buona: una prima parte molto suggestiva, elettronica contenuta e archi a creare uno sfondo sonoro inquietante. Nella seconda parte il brano esplode, con batteria, chitarre e una voce stile metal, tenuta con coraggio in secondo piano. Bene. Bello. Certo, forse 12 minuti e 30 sono un po' troppi, però si può fare.

Poi parte la seconda traccia: atmosfere lente e cupe, che nella seconda parte si squarciano per un ingresso energico di batteria e chitarre. La voce è scomparsa e, come già ipotizzabile dal primo pezzo, il gruppo si configura principalmente come strumentale. I cambi di intensità rimandano ai Neurosis, ma è innegabile che il gruppo abbia un proprio stile, anche ben definito.

Parte il terzo brano: arpeggio di chitarra ossessivo e poi esplosione sonora. Il quarto pezzo è sempre in zona e quello rimanente, benché non preveda la canonica rottura energica, non stravolge minimamente il canovaccio. Rispetto alla prima traccia, purtroppo, le impressioni sono del tutto mutate: la ripetitività ha la meglio sulla suggestione e la reiterata lunghezza accentua i tratti negativi delle canzoni.

Il risultato finale, quindi, è quasi stucchevole: un gruppo che sa suonare, che sa creare sensazioni e atmosfere forti, ma che non riesce ad essere mutevole, finendo sostanzialmente per suonare cinque volte la stessa canzone. Trattandosi di musica non semplice da ascoltare, l'ostacolo è piuttosto ingombrante.

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