Innanzitutto: Uffa. Che già il cemento è duro, non cambia e concettualmente molesta una certa sensibilità arti-terapeutica. Se poi ci pianti anche le radici il rischio è che dopo quasi dieci anni non ti sei mosso di un millimetro. E sei fermo lì. E non si è sviluppato niente di più di ciò che già eri. No. Nel cemento l’acqua non ha la stessa efficacia che nel terreno. E non reclameremo certo ai ragazzi romani di cambiare il loro strato di argilla e calcare dentro cui si sono insabbiati. Non ci sono richieste, questa è una riflessione critica e florida. Di un disco venuto bene se sul calendario fosse il ’98. Se le Posse stessero ancora lì a tirarsi il sangue della controcultura e a vomitarlo addosso alle lotte sociali che oggi sono rare quanto ragù e spaghetti a Rotterdam. E’ finito tutto. Anzi è cambiato tutto. Il linguaggio, il suono, le attitudini e le intenzioni sono diverse. E i Radici del Cemento sono veterani di una guerra abbandonata, proiettati in una nu-generation combattiva e ardente. Una guerra messa da parte per prospettive più luminose. Più veloci. Nuove lotte. Nuove linee di distacco neuropsicologico. E mi dispiace per questo ennesimo gruppo storico (vedi Assalti Frontali) che torna, dopo due anni di vacanza da Occhio, apre la porta e Booom. Sorpresa. Le cose sono cambiate. Nessuna novità dal mondo del cemento e delle costruzioni edili, ma mille news dalla Giamaica, dall’Inghilterra e perché no anche dalla nuova Italietta (vedi Franziska). "Ancora non è Finita" invece è un disco che non smuove la vita di nessuno. Né la storia. Né nulla. Ed è stato messo in piedi da un gruppo che dovrebbe cambiare la propria vita in base alla sua storia, che non è nulla. Invece immobili al posto di blocco. Con una risposta povera alla scena che cresce parallelamente. Incostanze di un’attempata generazione. Approssimazioni sovversive condannabili a multe per dilettantismo passionevole. Di cui esempio più evidente ne è la cover trash di Mi Vendo di Renato Zero. Uno schiaffo in faccia allo stile. Certo resta il laghetto di facile populismo in cui galleggiano favolosamente i disagi delle lotte operaie ("Workin’Klass"), ma poca roba. I contenuti sono invecchiati e non più efficaci. E non è il problema (lavoro precario) che è cambiato, ma il sistema di immagini comunicative e l’espressività. E come fai a creare un’insurrezione spirituale o collettiva se parli l’aramaico antico in una società che durante la lettura di queste righe è cambiata già 2-3 volte?
Unica traccia medio-attuale è "FireWoman". Il resto è confusione tra ska, reggae pseudo-rivoluzionario e testi da quinta elementare in italiano, spagnolo, inglese e remoremottese. Canzoncine che sbavano sul 'speriamo che ce la passino in radio’ e suoni profondi, ma superati. E chissenefrega che il disco sia quasi tutto suonato da strumenti vivi e non da software scaricabili gratuitamente. Il risultato è in ogni caso freddo come la faccia di Bashar al-Asad, il presidente della Siria. Ecco perché Uffa. I gruppi così necessitano di ammodernamenti stilistici e aria nuova (vedi Africa Unite). Quindi vai giù con gli aggiornamenti. E la foga. Dai che ci crediamo tutti. Ancora non è finita.
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La recensione Ancora Non E' Finita di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-01-26 00:00:00
COMMENTI (60)
quoto tutto
probabilmente la recensione è buona o forse no..non posso dirlo io,secondo me berlusconi è un coglione eppure la metà degli italiani la pensano in maniera opposta (e l'hanno votato!) e non ne capisco il perchè,figurati un pò se mi stupisco di trovare qualcuno che la pensa diversamente da me su una recensione!!!bella!
importante per cosa? o per chi?
"tono saccente, l’arroganza, l’astio e la bile allo stato puro versata dal redattore"
non trovo queste cose nella recensione.
trovo che non sia una stroncatura definitiva e che si possa aprire a interpretazioni positive.
michele è stao ben più cattivo in altri casi, garantito.
:]
si... mi sembra abbastanza autorevole...
dura, ruvida, lucida, intransigente... non necessariamente condivisibile. io la condivido...
...poi non è che ogni volta si può scrivere la recensione del millennio che apre nuovi orizzonti di pensiero... però questa mi sembra molto buona.
e ti sembra davvero che questa recensione sia autorevole??neanche io sono di parte,ma a me sembra solo soggettiva,anzi sembra quasi che qualcuno dei radici abbia fatto qualche torto a michele..ma questa è solo un'opinione
...nel momento in cui l'oggettività non agisce più... l'importante è saper proporre una soggettività autorevole...
Non sono di parte. Ho avuto l' occasione di ascoltare il disco, non mi piace perchè non è il mio genere. Però ho letto nel forum del gruppo la recensione della recensione, Adriano ha straragione su tutti i punti, nessuno escluso.
E questo mi pone una domanda, anzi due: ma a che cazzo servono le recensioni?
Come è possibile dare un giudizio obiettivo (che non sia meramente tecnico, e personalmente la tecnica me la metto tra le chiappe) su una cosa come la musica?
Attendo le vostre risposte.
Cazzo, quanto hai ragione...
la verità non è affar mio.
io discuto solo questa odiosa supponenza.
una professionista che arriva ad affermare cose del genere mi pare solo ridicola, oltre che maleducata.
per quanto riguarda la verità ripeto: non è di mio dominio, e anzi, non è affar mio.
(Messaggio editato da gabriel il 01/02/2007 16:20:53)