LEDA
Marocco Speed 2022 - Rock, Indie, Alternativo

Marocco Speed
22/04/2022 - 11:37 Scritto da Stefano Gallone

Il secondo album in studio dei Leda dimostra consapevolezza dei propri mezzi e capacitĂ  di evoluzione per stili e contenuti

Seconda prova in studio per i maceratesi Leda e dimostrazione di maturità consolidata da una prova discografica più articolata e strutturata rispetto all'esordio di tre anni fa. Nato e cresciuto sotto una considerevole spinta evolutiva dovuta un po' ad alcuni cambi di formazione e un po' di più a una consapevolezza dei mezzi a disposizione abilmente in linea con le idee in divenire, un album come Marocco speed gode di una notevole attenzione al dettaglio nell'articolazione di arrangiamenti ampiamente curati e, soprattutto, variegati nel loro proporsi come traino fondamentale per una serie di concetti e alchimie sonore in continuo progresso emotivo.

Forte di un impianto stilistico che guarda a un pop rock accessibile ma sempre in vena di contaminazione con elementi dark wave e tendenti anche a una sottile sperimentazione in termini sia prog che psichedelici, un lavoro come Marocco speed riesce a fare dell'unione tra vocalità femminile e oscurità sonica un importante veicolo per l'oppressione emotiva sprigionata da argomentazioni contemporanee molto serie, precise e dirette verso il proprio corposo obiettivo umanistico.

Musicalmente parlando, si parte da una apparente base portante dark-synth wave quasi di stampo elettro-pop tra '80 e '90 prima di dare ampio spazio a un pop rock sostanzioso, a tratti anche un po' 'catchy' ma senza dubbio efficace nel fare della sua tenebrosità un punto di forza sostanziale per complessità magistralmente camuffate da spunti radiofonici. Ma da quello che sembra un incrocio alquanto anomalo tra Scisma e Depeche Mode post Violator si passa subito a consistenti cenni declamanti su strutture alternative alla Massimo Volume che supportano testi dalla visione periferica molto netta e poeticamente dettagliata (Niente è lo stesso), sviscerate hard rock sinuose un po' alla primi Marlene Kuntz privi di noise o primissimi Alibia (Mai), fraseggi ritmici con incedere sinistro a incentivare tenebre prog-dark-wave (Insonnia) ed ermetismi lirici a stretto contatto con dosi di C.S.I. amplificate di esistenzialismo e riflessività sonore elettro-alternative in linea con alcuni elementi della Ginevra Di Marco degli esordi solisti (Marocco speed).

Il sentore di affinità con gli Scisma – più verso il secondo album – trova conferma nella interessante presenza di Paolo Benvegnù in Tu mi bruci per incursioni di cantautorato in aere sophisti-pop-wave con aperture anche psichedeliche, atmosfera consolidata dall'andamento semiacustico affidato alla chiusura di Quasi ombra, dove il registro si fa più regolare e guarda a orizzonti d'oltremanica nel suo mantenersi caldo, avvolgente e coinvolgente.

Ottima conferma delle intenzioni originarie qui evolute in termini di consapevolezza dei propri mezzi ed evoluzione delle idee contenutistiche messe in campo.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.