Marc Perin, originario alto atesino, è un virtuoso del finger-picking, tecnica chitarristica con cui si pizzicano le corde con le dita delle mani, senza mai usare il plettro. Dopo il primo, ispiratissimo album nel 2019, Life Metronome, e l’intimo Ep Seen This Before, il chitarrista, classe '93, ha presentato il suo nuovo album, Grow, al Carambolage di Bolzano.
Preceduto dai singoli Island Pretender e Aqua Vera Vintage, in questo terzo lavoro Perin inserisce brani inediti e ne rimaneggia alcuni passati. Il disco sancisce una linea di confine nella sua produzione artistica, un’istantanea di un momento: guardare indietro per capire dove si è e chi si è diventati oggi, nel presente. Costanti le ispirazioni derivate da Tommy Emmanuel, Rodrigo y Gabriela, Andrea Valeri, Mike Dawes e Andy McKee, dei quali imita lo stile, rendendolo proprio e unico attraverso un connubio tra tecnica ed emotività.
Grow è un concept album, alla base del quale c'è il tema della crescita personale. Ognuno dei nove brani è dedicato ad una persona a lui vicina. Ogni traccia è un tributo, una manifestazione di stima per una figura specifica e per le lezioni da essa ricevute.
Il disco, totalmente strumentale, si apre con Unicorn Train, composto per una bambina di sette anni che ama gli unicorni. Scritto in treno, già dai primi secondi di ascolto se ne assorbe tutta la magia dei suoni, che si susseguono in un crescendo, quasi a ricordare le rotaie di un treno che corrono veloci. Della stessa magia è intriso il brano Always, in cui la leggerezza delle note della chitarra resta la protagonista assoluta. Già dal titolo del pezzo si intuisce il rimando alla saga di Harry Potter e al personaggio di Severus Piton, che con la parola “always” firma l'eterno e immutabile patto di amicizia con la madre del giovane mago di Hogwarts.
Suggestivi gli arpeggi del brano Be The Light, accorato augurio rivolto ad ogni essere umano di prendere la forma della propria luce, essenza di cui è composto. Il suono delle corde risulta pulito e luminoso, di facile ascolto. Island Pretender è l’omaggio a un duo chitarra e fisarmonica, in cui, fino a pochi anni fa, Marc suonava. Il brano affronta il rischio di chiudersi troppo in sé stessi, fino a diventare un’isola che ci separa dagli altri. Un inno alla socialità e al saper accogliere ogni aiuto derivante dal mondo esterno. Se la si ascolta ad occhi chiusi, si ha la sensazione di essere teletrasportati in paesaggi celtici, verso i mari del Nord. Provare per credere!
Molto interessante la rivisitazione del brano Acqua Viva, tra i più fortunati del primo album, che prende adesso il nome Acqua Vera Vintage, per via della chitarra centenaria usata durante la registrazione. La scelta di uno strumento antico, conferisce maggior struttura al suono, rendendolo caldo e avvolgente. Il disco si chiude con la melodia dolce di Looking at the Sea in a Wind Day, composto per una sua collega, che gli ha dato ospitalità quando fu costretto a lasciare il proprio appartamento occupato da un coinquilino in quarantena.
La copertina di Grow, è un collage di disegni dei suoi alunni delle medie di Innsbruck, che hanno voluto ricordare così il loro insegnante di ritorno in Italia, dopo nove anni all’estero.
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