Tanto complesso, quanto figo. Guardate la faccio semplice, molto semplice (così come non è questo album) per presentarvi Sacrifice, il nuovo disco degli ascolani Segnali Di Ripresa. Già perché, al netto di qualche, piccola, imperfezione sul finale, questo album è una cavalcata tra i generi e le ere della storia, con i Segnali Di Ripresa che da viaggiatori del tempo e della musica quali sono, si trovano perfettamente a loro agio. Qui dentro, infatti, ci sono, "campionamenti di musica tradizionale, strumenti acustici e chitarre elettriche. I brani sono caratterizzati da strutture melodiche simili a vecchie filastrocche, tessuti ritmici fatti di campionamenti di organetto, testi giocosi e traduzioni di vecchi stornelli".
Tantissime direzioni, insomma, e un botto di coordinate, anche artistiche, come conferma il dittico rappresentato da Animals e Colours, a mio modo di vedere le due migliori canzoni dell'intero lavoro. Due pezzi, giustappunto il terzo e il quarto, che sono al tempo stesso antichi e moderni, con un gradiente di sperimentalismo sempre mediato da una voglia, perché no, di creare qualcosa se non proprio di pop quantomeno fruibile per una vasta massa di persone.
Non so se ce la faranno i marchigiano, ma quello che so è che, allo stato attuale delle cose, Sacrifice è un disco ricchissimo e pieno zeppo di cose belle. Non vi resta che affondarvi le mani o, se preferite, le orecchie.
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