Un suono non convenzionale che non si ripete (quasi) mai
autune è uno di quei progetti musicali che non ti fanno vergognare, giustappunto, di utilizzare la parola "progetto". Già perché, anche a fronte di un disco come questo Komorebi permangono tutte le impressioni, per altro molto positive, che ho avuto sin dai primi singoli: ovvero di avere a che fare con qualcosa di magmatico e non ancora perfettamente definito ma che, proprio per tale caratteristica metamorfica, diciamo così, diffonde, almeno secondo me, grande fascino sul suo percorso musicale.
Prendiamo, ad esempio, una traccia come Lemon Balm Tea e poi, subito dopo, il pezzo numero quattro, ovvero Apple. Ecco la cosa che mi fa proprio andare fuori di testa è che, se non avessi davanti la tracklist dell'intero disco, sinceramente, farei fatica a dire che entrambe le tracce sono frutto della stessa mano. E non perché il discorso musicale portato avanti da autune sia troppo astratto o troppo vago no, per la ragione opposto: è (troppo) vasto! Vasto come sono vaste le (infinite) possibilità della musica elettronica e ambient. Certo, sempre per mio gusto, trovo che la prima parte del disco sia molto più forte rispetto alla seconda, che in realtà si perde un po' dietro a suoni che finiscono per diventare troppo rarefatti. Ma quando tutto si tiene, e c'è una parte materica, appunto, della musica, Komorebi funziona che è una bellezza.
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La recensione Komorebi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-05-03 08:02:42
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