Apripista per il nuovo album in arrivo a settembre, "Rimini" è un ottimo esempio di consapevolezza pop rock in ottica discorsiva tutt'altro che scontata
Messe in cassaforte iniziali esperienze di buon pop radiofonico nostrano – riscontrabili almeno nel singolo Giorni da cicala del 2014 e nel buon lavoro d'esordio È difficile trovarsi del 2017 – i padovani Bob Balera tornano in scena con un nuovo album in studio, Pianeti, in arrivo a settembre per Dischi Soviet Studio e anticipato in questi giorni da Rimini, il singolo apripista delle nuove esperienze in programmazione.
Reduci da cambi di direzione produttiva per cause di forza maggiore, Romeo Campagnolo e Matteo Merenduzzo portano avanti con concretezza e piena consapevolezza stilistica un discorso compositivo che trae origine da un intuitivo gusto melodico per poi esplorare orizzonti magari di non particolare spessore analitico ma, senza alcun dubbio, molto ben congegnati e confezionati attraverso una apparente facilità mestierante.
Rimini, infatti, non è assolutamente inferiore a nessuna produzione 'mainstream' da network di flusso, anzi supera di gran lunga moltissime pseudo 'hit' da classifica per concretezza ricettiva e capacità di coinvolgimento grazie alla sua fluida maestria nel navigare in acque semplici ma mai semplicistiche. La predisposizione 'easy listening' del lavoro dei Bob Balera, dunque, non è da tralasciare come un qualunque oggetto di sottofondo marginale, ma è la matrice costante di un pop rock di ampio consumo e, al contempo, sottilmente stratificato in termini sia di composizione che di scelta delle materie contenutistiche da trattare.
Attraverso gli arrangiamenti 'catchy' e le ritmiche in levare di Rimini, Campagnolo e Merenduzzo sfornano un agglomerato melodico che sfrutta anche cenni elettro-pop e strizza l'occhio a una certa italo disco/funk di stampo '80 per mettere nero su bianco un ottimo dialogo tra sezione ritmica e frasi tastieristico-chitarristiche. Il tutto abilmente in funzione, però, di una trattazione tematica che fa quasi il baffo alla Riccione più idolatrata dai network nazionali per farsi carico – non senza una pur minima dose di ironia rivolta comunque a un sentore 'spleen' di traduzione moderna – di un coinvolgimento emotivo che tocca corde ben lontane dall'odierna edulcorazione dei sentimenti, accettando di scontrarsi con metafore sensoriali molto più felliniane che 'thegiornalistiche'.
Consapevoli di tutto ciò, rimaniamo tranquillamente in fiduciosa attesa.
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La recensione Rimini di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-05-16 17:26:35
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