Ci sono certe occasioni, bisogna dire sempre più rare, nelle quali invece di stare lì ad lambiccarsi il cervello al fine di qualche, magari utile, magari sterile guida al disco, è cosa buona e giusta indirizzare l'ascolto verso una e una sola canzone, senza praticamente passare dal via. Questo è ciò che faccio per questo bel disco degli Stato Brado ovvero Il Sonno della Ragione. Vi invito perciò, senza ulteriori indugi, ad andare ad ascoltare il brano numero cinque, Il Cammello. Una volta che l'avrete fatto potremo, sempre qui, rivederci e partire in quarta.
Ecco, allora bisogna affermare come, almeno per una volta, quanto è stato scritto in sede di presentazione del lavoro non solo sia stato rispettato ma, se possibile, pure "esploso". Già perché i membri dello Stato Brado a proposito di questo disco hanno scritto: "Un concept album che ruota attorno alla tematica della bestialità, raccontata attraverso la voce di un circo freaks itinerante, che esprime e riafferma la propria diversità, il proprio essere "mostri" nei confronti di una società realmente mostruosa e malata, incentrata sul giudizio e sull'apparire".
Se avete ascoltato Il Cammello, il pezzo più rappresentativo di tuti, avrete capito come non solo l'obiettivo sia stato centrato in pieno ma pure con un gradiente di rispetto e coerenza in più. Grazie infatti a degli ottimi arrangiamenti corali, di folk-rock che non sa di vecchio o polveroso, ma di perfetto per questo tipo di canzoni, la band livornese ci regala veramente un disco piacevole. Anche Siamesi o Bestie, giusto per citare brani facenti parte della seconda e della prima parte dell'album, confermano la bontà dell'operazione. Che dire, insomma: bravi&bestiali no?
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