Primo singolo in assoluto – ma sembra essere in programma una serie di brani da rilasciare nel corso dell'anno – per la cantautrice torinese Indra – al secolo Marta Ardito – e prima riuscita prova di abilità compositiva per quanto riguarda un formato canzone che non disdegna diramazioni internazionali – seppur derivative – per la conformazione di un prodotto di qualità che ammicca al refrain 'catchy' ossessivo ma conserva tra le viscere l'urlo di una consapevolezza culturale non di poco conto.
The Witch, infatti, dispiega uno spiccato gusto melodico di impostazione originariamente pianistica – predilezione della diretta interessata fin dall'infanzia – ma con inflessioni cantautoriali che si destreggiano egregiamente in un matrimonio trasversale con dream pop, synthwave con lievi tinte dark e pop rock radiofonico ma ben costruito, sapientemente stratificato e pronto per intraprendere direzioni artistiche di livello in future prove anche sulla lunga distanza.
Salvo deviazioni di percorso provenienti dalle prossime esperienze più immediate e attese, è ben chiara, dunque, l'intenzione espressiva di un progetto che Indra imposta lungo i binari di una fascinazione fiabesca con sfumature oscure che, fin dall'immagine di copertina, riesce a piantare i picchetti di un discorso che si preannuncia metaforicamente molto interessante, stando a quanto si apprende dalle informazioni attualmente reperibili. Scelta decisamente azzeccata, questa, in quanto lo stile personale e un certo orientamento cultural-ideologico, qui già tracciato nelle sue coordinate principali, conducono quasi cinematograficamente – altra potenziale predilezione della cantautrice – verso l'utilizzo concettuale di tematiche 'fantasy' per meglio delineare il volto di un presente ossessivo, drammatico e incapace di affrontare di petto le proprie colpe.
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