Il piccolo diventa grande
MILD ROBOTS di Marco Giambra è un lavoro di musica elettronica molto particolare. Infatti, a più riprese, mi sono proprio chiesto se prenderlo e considerarlo come un vero e proprio disco oppure se non optare per l'esperimento e basta, una sorta di tentativo sonoro di costruire un qualcosa che però afferisce, giustappunto, al mondo delle "idee" e non alla nostra nuda terra. Poi però mi sono messo ad ascoltare con attenzione Black Coat, una delle tracce apparentemente più "skippabili" del lavoro che però mi ha fatto ricredere (diventando, de facto, uno dei miei pezzi preferiti). Giambra ha tutto in testa e questo è un lavoro fatto&finito, non c'è nulla di sospeso o di lasciato non terminato. Le costruzioni soniche di elettronica mischiate con l'ambient, infatti, si vanno a collocare al posto in maniera perfetta anche e soprattutto alla luce delle dichiarazioni preliminari in merito a questo lavoro.
"In questo disco le meccaniche di un mangianastri vengono forzate e manipolate da Marco Giambra, nascono nuove parole dalla bocca del robot, alle volte disilluso o incantato dagli scenari, altre arrabbiato e in conflitto con i suoi desideri più profondi": quanto riferisce Marco Giambra con queste parole si può rintracciare, con buona facilità per altro, nelle sue composizioni. Composizioni che, per carità, rimangono sempre molto sperimentali (pure troppo, almeno nella prima parte) ma che sono tracce finite e volute proprio così. Senza dubbio alcuno.
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La recensione MILD ROBOTS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-02 08:21:14
COMMENTI (1)
Sarò gentile ;) "MILD ROBOTS di Marco Giambra di musica elettronica molto particolare" si potrebbe sistemare, per favore? Ci sono anche: "considerarlo come un e proprio disco" poi "si fanno a collocare" . Grazie per la recensione.